Il “Mercordi doppo la quarta Domenica di Quadragesima”, Pompeo Ugonio descrive la basilica di San Paolo fuori mura così come non la vediamo più.
“La chiesa di san Lorenzo in Damaso è posta nella più celebre, & habitata parte che sia in Roma hoggidì”
“Lunedì doppo la quarta Domenica di Quadragesima” la stazione quaresimale si celebra alla chiesea dei Santi Quattro Coronati, spiega Pompeo Ugonio nella sua guida del 1588 alle stazioni quaresimali.
Nella sua guida del 1588 alle stazioni quaresimali, Pompeo Ugonio vede la chiesa di Santa Croce in Gerusalemme molto diversa da oggi.
Il brano di vangelo di questa domenica di Quaresima appartiene al dialogo tra Gesù e Nicodemo che ci viene riportato nel capitolo 3 del Vangelo di Giovanni. In esso troviamo questa rivelazione: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Siamo chiamati, dunque, a confrontarci con l’amore di Dio per l’umanità, per ognuno di noi.
“Della vita, & morte di S. Lorenzo Martire si è già detto”, ripete Pompeo Ugonio stancamente quando arriva alla ventiquattresima chiesa nella sua guida del 1588 alle stazioni quaresimali.
Józef Ulma aveva piantato un albero di melo nel giardino della casa della sua famiglia a Markowa, lì dove aveva nascosto, in un posto strettissimo, anche due famiglie di amici ebrei. E proviene dai semi di quel melo l’albero piantato nei giardini vaticani lo scorso 6 marzo, a ricordo duraturo del martirio della famiglia di “samaritani”, marito, moglie e sette bambini, incluso quello non ancora nato e che non si sa per quanto tempo vide la luce al momento della morte della madre.
Curare, ossia prendersi cura dell’ammalato: questo, in sintesi estrema, è stato l’apostolato di San Giovanni di Dio, il fondatore dell’Ordine ospedaliero che reca il suo nome, detto anche dei Fatebenefratelli.
‘Memoriale della Shoah’
Il giovedì della terza settimana di Quaresima si celebra la stazione quaresimale nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano
Niente più della misericordia attrae, converte e salva la vita
Nella sua guida alle stazioni quaresimali del 1588, Pompeo Ugonio dice che la ventiduesima stazione è “Mercordì dopo la terza Domenica di Quadragesima a san Sisto”.
Questo libro è un cammino alla scoperta della preghiera. Come un sentiero di montagna che, irto di difficoltà e inciampi, alla fine ci conduce alla meta, allo stesso modo possiamo paragonare l’ascolto della Parola e del volere di Dio. È questo l’intento del nuovo testo di Don Ricardo Reyes Castillo, edito da Cantagalli. Dopo il libro su “Cosa è la Messa?”, l’autore riflette ora su un’altra domanda (con altrettante risposte): “Cosa è la preghiera?”. Al giorno d’oggi è fondamentale comprendere l’importanza della preghiera. Perché pregare è relazionarsi con Dio. Tuttavia il tempo e lo spazio in cui viviamo non ci permettono di comprenderne appieno il significato. ACI Stampa ha parlato di questo con l’autore del volume “Cosa è la preghiera?” di Cantagalli, don Ricardo Reyes Castillo, presbitero della diocesi di Roma.
Chi visita oggi la chiesa di Santa Pudenziana
“Il primo documento che parla della colletta fatta per la Terra Santa, è del 1455: la Bolla di Papa Callisto III, il quale dà il permesso ai frati della Custodia di viaggiare in diversi paesi e raccogliere soldi per i luoghi santi.
Quando Pompeo Ugonio nel 1588 parla della stazione quaresimale nella chiesa di San Marco in Piazza Venezia, il lunedì della terza settimana,
Quando arriva alla chiesa di San Lorenzo fuori le mura
Gesù si reca al tempio di Gerusalemme e trova che è stato trasformato in un “luogo di mercato” e “perde la pazienza”. La ragione profonda di questa ira che si accende nel cuore di Cristo va ricercata nel fatto che Egli riconosce nel tempio la casa del “Padre suo”. Chiamando Dio suo Padre rivela, ancora una volta, la sua identità di Figlio di Dio. Già all’età di dodici anni egli aveva dichiarato a Giuseppe e Maria: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma nessuno, allora, aveva compreso il significato di quelle parole (Lc 2, 49-50).
Parlando della chiesa dei Santi Marcellino e Pietro sulla Via Labicana,
La chiesa di San Vitale in Via Nazionale si nota oggi per la lunga scala che bisogna scendere per raggiungerla, dove si trova in mezzo a un quartiere costruito alla fine dell’Ottocento.