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36 anni fa moriva il Cardinale Alfredo Ottaviani

Il Cardinale Ottaviani accanto a Giovanni XXIII |  | Wikicommons Il Cardinale Ottaviani accanto a Giovanni XXIII | | Wikicommons

Ricorre oggi il trentaseiesimo anniversario della morte del Cardinale Alfredo Ottaviani, già a capo dell’allora Sant’Uffizio e "leader" della corrente conservatrice al Concilio Ecumenico Vaticano II.

Nato a Roma il 29 ottobre 1890, Ottaviani fu ordinato presbitero nel 1916. Segretario personale di Papa Pio XI, nel 1928 Papa Ratti lo volle in Segreteria di Stato fino ad arrivare nel 1929 a ricoprire l’incarico di Sostituto. Nel 1935 divenne Assessore presso l’allora Congregazione del Sant’Uffizio, carica che mantenne fino al 1953 quando fu creato cardinale da Papa Pio XII e nominato Segretario del medesimo ufficio.

Consacrato arcivescovo da Giovanni XXIII nel 1962, al termine del Concilio fu nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Si dimise dall’incarico nel gennaio 1968, in disaccordo con la linea di “ristrutturazione” del dicastero e alla revisione liturgica post-conciliare.

Ottaviani fu per due volte Camerlengo del Collegio Cardinalizio: dal 1954 al 1958 e dal 1970 al 1973. In qualità di Protodiacono annunciò l’elezione di Paolo VI.

Il Cardinale Ottaviani si spense, appunto, il 3 agosto 1979.

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“E’ stato – ricordava Giovanni Paolo II nell’omelia della Messa esequiale – un grande Sacerdote, insigne per religiosa pietà, esemplarmente fedele nel servizio alla Santa Chiesa e alla Sede Apostolica, sollecito nel ministero e nella pratica della carità cristiana. Ed è stato insieme un Sacerdote Romano, provvisto cioè di quel tipico spirito, forse non facile da definire, che chi è nato a Roma possiede quasi per eredità e che si esprime in un particolare attaccamento a Pietro e alla fede di Pietro e, ancora, in una spiccata sensibilità per ciò che è e fa e deve fare la Chiesa di Pietro”.

Il Cardinale Ottaviani – proseguiva Papa Wojtyla –  “si è distinto sempre coerenza, dedizione, obbedienza. La sua esistenza si è letteralmente spesa per il bene della Chiesa santa di Dio. Fu anche un uomo di grande cuore sacerdotale: sono ancora molti coloro che lo ricordano nel suo quotidiano ministero in mezzo ai ragazzi e ai giovani dell’Oratorio di San Pietro, i quali lo ebbero – accanto ad altri non dimenticati Sacerdoti e Prelati Romani – come amico e fratello, e dirò meglio: come padre sollecito ed affettuoso”.