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A Norcia aperta la Porta Santa della Misericordia

Un momento della cerimonia |  | Diocesi di Spoleto
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Mentre il giubileo della Misericordia si avvia a conclusione ancora si aprono le Porte Sante; ultima, in questione di tempo è stata aperta a Norcia, per permettere ai fedeli di poter ‘assaporare’ il gusto della misericordia, dal vescovo dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, presiedendo il Giubileo dei malati e delle persone anziane.

Una celebrazione molto partecipata, semplice e intensa, dove le persone, nel ricordare la Madonna Addolorata, hanno manifestato la loro intenzione di ricominciare ancora una volta la ricostruzione, umana e dei muri, intorno all’altare, come hanno fatto nel 1979 e nel 1997. Nell’omelia il vescovo ha affermato che misericordia vuol dire avere un cuore vigile: “Stiamo vivendo una storia di trepidazione e paura da una parte e di fortezza e speranza dall’altra. Tutti siamo chiamati a farci carico di questa nostra nuova storia civile ed ecclesiastica. Il messaggio del Giubileo è semplice e chiaro: Dio ci vuole bene nonostante i nostri limiti. La misericordia non è un vago sentimento, ma è avere il cuore attento alle esigenze dei fratelli, è essere disponibili all’ascolto reciproco, all’accoglienza, al perdono. Abbiamo voluto aprire la Porta Santa, simbolo esteriore del Giubileo, in questa tenda dove la comunità terremotata di Norcia si ritrova per la celebrazione eucaristica per ricordarci che Dio non viene meno, resiste, rimane al fianco del suo popolo e dice: cerca di capire per cosa vale veramente la pena vivere”.

Al termine della messa l’arcivescovo ha elencato  alcune iniziative concrete che le chiese locali stanno attivando a favore delle popolazioni terremotate: la caritas di Bolzano-Bressanone ha raccolto € 500.000.000 per un programma di sostegno, da realizzarsi entro la fine di novembre, che la Caritas altoatesina e la Caritas di Spoleto-Norcia hanno avviato in favore delle famiglie di agricoltori e allevatori del comune di Norcia duramente colpite dal terremoto. Grazie alle offerte, la Caritas di Bolzano-Bressanone sosterrà il programma a favore di 18 aziende agricole familiari che riguarderà la fornitura di 8 moduli abitativi per otto mesi ad altrettante famiglie, la consegna di tre box magazzini per immagazzinare i mobili di case che saranno abbattute a giorni, due per lo stoccaggio di cereali, uno per la lavorazione dello zafferano e, oltre che mangimi e foraggio per gli animali, un capannone per suini e cinque stalle provvisorie per garantire la sicurezza e la protezione dalle rigide temperature invernali di un’ottantina di mucche da latte.

La Commissione episcopale per l’apostolato dei laici del Libano, in collaborazione con il Ministero della Comunicazione, ha già avviato, nello scorso settembre, una campagna di solidarietà a livello nazionale per le esigenze post terremoto nella diocesi di Spoleto-Norcia; ha inoltre creato una pagina facebook di solidarietà ‘Générations JMJ Liban-Solidarité Spoleto’ (attiva dal 25 settembre) per sensibilizzare il popolo libanese. Infine l’Opera di Santa Maria del Fiore che, dal 1296, cura e custodisce il patrimonio storico-artistico della Cattedrale di Firenze ha espresso la volontà di contribuire alla ricostruzione del campanile della chiesa parrocchiale di S. Pellegrino di Norcia. Il presidente, Franco Lucchesi, nella missiva ha scritto le ragioni del contributo: “Quel campanile ci è sembrato in ormai silenzioso dialogo con il nostro campanile, anch’esso trecentesco, certamente più prezioso ma simili entrambi della fede e della stessa identità dei popoli che le loro campane hanno chiamato a raccolta e alla preghiera per secoli.

Abbiamo così maturato l’idea di un gemellaggio fra il nostro campanile di Giotto e quello di S. Pellegrino; un gemellaggio di solidarietà, sui cui contenuti coinvolgere l’archidiocesi di Spoleto e, tramite essa, il popolo dei fedeli di Norcia. E perché il gemellaggio non fosse solo simbolico e potesse dispiegarsi fra due realtà architettoniche capaci di assolvere entrambe al loro compito di richiamo alla preghiera a Dio, abbiamo destinato una somma di denaro per avviare la ricostruzione del campanile abbattuto. La somma sarà quella raccolta ogni lunedì del mese di settembre dalla vendita dei biglietti di accesso ai nostri monumenti”.

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E nella lettera pastorale ‘Andate nella mia vigna’ mons. Boccardo ha spiegato una Chiesa estroversa ed attenta alle necessità del popolo: “Come la Chiesa degli Apostoli, siamo chiamati ad uscire dai recinti, a crescere in consapevolezza e testimonianza, ad assumere la missione come criterio ed orizzonte dell’agire e la comunione-corresponsabilità come sua modalità. Ci stanno aspettando tanti uomini e donne, nostri fratelli e sorelle. Ci stanno aspettando con il loro carico, talvolta troppo pesante, di scoraggiamento, di sfiducia, di depressione, di dolore e di angoscia. Ci stanno aspettando forse con la delusione di non aver trovato una Chiesa credibile, capace di testimoniare davvero e diffondere concretamente l’amore diventato stile di vita!.. Tuttavia, il mondo non ci aspetta perché siamo bravi, ma in quanto garanti del tesoro di consolazione e misericordia di cui il Signore ci ha resi responsabili.

Il discepolo dell’Emmanuele, del Dio-con-noi, non può non essere solidale con ogni uomo, portatore di senso non illusorio alla vita, capace di elargire consolazione e di tenere viva nella società la fame e la sete di giustizia. Agli uomini e alle donne del nostro tempo dobbiamo ‘portare Cristo’, la luce che illumina, il sale che dà gusto alla vita, il fermento che dà respiro alla speranza. Ecco la nostra vocazione: annunciare l’amore che salva!”