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A Trastevere si celebra la Beata Ludovica Albertoni, “scolpita” dal Bernini

L'estasi del Bernini della Beata Ludovica Albertoni |  | Adriana Fabiani
L'estasi del Bernini della Beata Ludovica Albertoni | | Adriana Fabiani
L'estasi del Bernini della Beata Ludovica Albertoni |  | Adriana Fabiani
L'estasi del Bernini della Beata Ludovica Albertoni | | Adriana Fabiani

La storia della Beata Ludovica Albertoni, che la parrocchia di San Francesco a Ripa in Trastevere celebra il 31 Gennaio alle 18.30 con una Messa solenne presieduta da Monsignor Mauro Parmeggiani, ha colpito moltissimi fedeli.

Terziaria francescana, fu beatificata da Papa Clemente X nel 1671. Patrona dell'ordine francescano Secolare Romano, la famiglia Altieri decise di dedicarle un altare nella cappella privata in San Francesco a Ripa: l'opera venne così affidata all'ormai settantenne Gian Lorenzo Bernini, massimo esponente dell’arte barocca.

Gian Lorenzo Bernini la raffigura coricata in estasi e da sempre la scultura è meta di pellegrinaggi di turisti e fedeli. E le sue spoglie riposano lì, in quell’incredibile opera d’arte che illumina la chiesa Trasteverina.

Ludovica nacque nel 1474 a Roma dalla nobile famiglia degli Albertoni, orfana del padre in tenera età, fu allevata dalla nonna materna e da alcune zie, perché la madre si era risposata.
A venti anni, contro i suoi desideri, fu data in sposa al nobile Giacomo della Cetera, che comunque amò devotamente e dal quale ebbe tre figlie. Nel 1506 a 32 anni, rimase vedova ed allora entrò nel Terz’Ordine Francescano, prendendo a vivere una vita tutta dedicata alla preghiera, meditazione, penitenza e opere di misericordia, come quelle di dare una dote per maritare le ragazze povere e la visita ai poveri ammalati nei loro miseri tuguri. Nella sua intensa vita, Ludovica è stata un riferimento costante per la società civile così come per i prelati della Chiesa romana.
Con la sua generosità diede fondo a tutti i suoi beni, fra la contrarietà dei parenti. Il Signore le diede il dono dell’”estasi”, che all’epoca dovevano essere molto note, se dopo la sua morte, avvenuta il 31 gennaio 1533, lo scultore Bernini la raffigura proprio nell’atto di una estasi.

Da allora ininterrottamente il popolo romano tributa alla sua grande concittadina un culto devoto: il 13 ottobre del 1606 il Senato romano “tenuto conto della Santità e degli altissimi meriti della Beata Ludovica”, decreta “che ogni anno nel giorno della sua festa … si offra un calice e quattro torce alla Chiesa di San Francesco in Trastevere”. Nel 1625 le autorità cittadine riconoscono Ludovica Compatrona di Roma, scegliendo il 31 gennaio quale giornata festiva per la Corte capitolina. E anche quest’anno la sua chiesa e parrocchia le dedica una Messa speciale, presieduta dal Vescovo di Tivoli, Monsignor Mauro Parmeggiani con l’omaggio floreale dell’amministrazione comunale di Roma.

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Una ricognizione delle reliquie fu fatta il 17 gennaio 1674 quando le sue spoglie furono deposte nel magnifico sepolcro marmoreo di S. Francesco a Ripa, dove appunto sono tuttora.