"La solidarietà per i nostri fratelli perseguitati deve contagiare tutte le diocesi». Questa mattina il direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia Alessandro Monteduro è intervenuto nell’ambito della riunione ordinaria della Conferenza Episcopale Campana, presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli.


Nel corso della propria audizione, Monteduro ha presentato l’opera della Fondazione pontificia, che da 70 anni sostiene la Chiesa in tutto il mondo e in particolare laddove essa è perseguitata o priva dei mezzi per adempiere alla propria missione evangelizzatrice. Il direttore di ACS-Italia si è soffermato in special modo sulla situazione in Medio Oriente "dove oggi il nostro aiuto è determinante per permettere alla minoranza cristiana di sopravvivere".

Tra i progetti più rilevanti, il piano di ricostruzione dei villaggi cristiani distrutti da ISIS nella Piana di Ninive in Iraq e la campagna di Natale che ACS dedica quest’anno ai cristiani di Aleppo, la martoriata città siriana. "Offriamo ai nostri benefattori la possibilità di scegliere tra tre “doni” di Natale per i cristiani aleppini. Possono aiutarci a ricostruire un asilo, contribuire a comprare apparecchiature mediche per uno dei pochi ospedali ancora funzionanti, oppure donare latte in polvere a 2850 bambini cristiani".


Monteduro ha poi sottolineato quanto il sostegno delle Conferenze episcopali sia essenziale per la Fondazione pontificia, perché le permette di raggiungere e sensibilizzare i cattolici italiani. "Ogni settimana, grazie alla collaborazione di tanti vescovi e parroci in tutta Italia, testimoni di Aiuto alla Chiesa che Soffre provenienti da Paesi quali Iraq, Siria, Egitto e Ucraina, portano la voce della Chiesa perseguitata nelle parrocchie di tutto il Paese. In questo modo i cattolici italiani vengono a conoscenza delle sofferenze subite oggi da milioni di cristiani in tutto il mondo per la sola “colpa” di credere in Dio, ed hanno l’opportunità di alleviarle sostenendo i nostri progetti. E con il loro aiuto faranno sì che i cristiani perseguitati sappiano che i loro fratelli nella fede non li hanno dimenticati".