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Benedetto XVI e la totalità del messaggio cristiano

La benedizione di Benedetto XVI il 28 febbraio 2013 a CastelGandolfo |  | Angela Ambrogetti La benedizione di Benedetto XVI il 28 febbraio 2013 a CastelGandolfo | | Angela Ambrogetti

Non c’è tutto il pontificato momento per momento, ma c’è molto di più. C’è l’essenza del pontificato. C’è quello che i media hanno raccontato come gossip, liti, contrasti e veleni riportato alla profondità della verità.

Il libro “ Benedetto XVI, un Papa totale” di Marco Mancini edito dalla TAU è un vero “vademecum” per rileggere il pontificato di Joseph Ratzinger in modo non ufficiale o paludato, me nemmeno avvelenato da speculazioni mediatiche. A tre anni dalla fine del pontificato è utile rileggerlo.

Meno di cento pagine per capire leggendo certi passaggi, come quello che dice Papa Francesco sia null’altro che il seguito dello stesso romanzo. E non certo una rivoluzione come vorrebbero alcuni, tentando così di screditare i suoi predecessori, e per primo propio Benedetto XVI.

Nel libro si può trovare quella “totalità” di pensiero, quello sguardo completo sulla Chiesa del dopo Concilio di cui fanno parte sia Benedetto che Francesco. E ovviamente Giovanni Paolo II.

E proprio nel “passaggio” tra un pontificato e un altro che l’idea del libro nasce. Ne parlammo a lungo Marco ed io in quel febbraio del 2013. Parlavano di Benedetto XVI e di quanto molti media fossero stati ingiusti nei suoi confronti. Senza un vero perché. E anche questo Marco lo scrive nel suo libro.

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E nello stupore più grande vedevamo come le stesse cose che diceva Benedetto le dicesse anche Francesco anche se ovviamente con uno stile diverso. Anzi Papa Francesco dice cose anche più “conservatrici”. Ma nessun media lo ha mai “crocefisso” come è stato fatto invece con Benedetto.

Marco ed io abbiamo lavorato insieme da allora. Da un anno il nostro lavoro quotidiano ad Acistampa ci ha permesso di approfondire amicizia e studio.

Lavorando insieme molte volte abbiamo letto ed esaminato i discorsi di Benedetto. Quelli di febbraio per intenderci.  Eravamo insieme a Castelgandolfo il 28 sera, eravamo insieme a marzo quando improvvisamente sembrò che la Chiesa vivesse la primavera dopo l’inverno e che prima del 13 marzo non ci fosse mai stata una Chiesa. Ma certamente non Papa Francesco che sa bene l’importanza del lavoro del predecessore e lo ricorda spesso.

E così si arriva al punto in cui Marco mi dice: devo scrivere un libro sul pontificato di Benedetto, perchè sennò finisce che la gente si ricorda solo vatileaks!

Negli anni del pontificato di Benedetto XVI io ho lavorato in vario modo, dalla tv  alla radio, ad internet, ai giornali laici, ai giornali femminili. Approcci diversissimi. Mi sentivo un po’ una specialista perché avevo sempre voglia di leggere i discorsi di Benedetto XVI. E non tutti ne avevano voglia allora.

Per questo una scelta che ho apprezzato moltissimo è stata quella dell’approfondimento delle Spe Salvi, la enciclica meno letta e citata di Papa Benedetto perché la meno strumentalizzabile.

More in Vaticano

Ma c’è un tema che forse nel libro manca un po’-

Il tema ambientale legato al relativismo. É una tema importante per capire bene che non c’è frattura tra Benedetto e Francesco. Solo una personalità diversa.

Mi viene in mente un passaggio del discorso di Benedetto all’arrivo a Sydney per la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù nel 2009.

Il Papa racconta le meraviglie del pianeta viste dall’aereo. Racconta con il salmista la bellezza del creato e poi riflette: “ Che cosa scopriamo? Forse con riluttanza giungiamo ad ammettere che vi sono anche delle ferite che segnano la superficie della terra: l’erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo. Alcuni di voi giungono da isole-Stato, la cui esistenza stessa è minacciata dall’aumento dei livelli delle acque; altri da Nazioni che soffrono gli effetti di siccità devastanti. La meravigliosa creazione di Dio viene talvolta sperimentata come una realtà quasi ostile per i suoi custodi, persino come qualcosa di pericoloso. Come può ciò che è “buono” apparire così minaccioso?” (...) Cari amici, la creazione di Dio è unica ed è buona. Le preoccupazioni per la non violenza, lo sviluppo sostenibile, la giustizia e la pace, la cura del nostro ambiente sono di vitale importanza per l’umanità. Tutto ciò non può però essere compreso a prescindere da una profonda riflessione sull’innata dignità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, una dignità che è conferita da Dio stesso e perciò inviolabile. Il nostro mondo si è stancato dell’avidità, dello sfruttamento e della divisione, del tedio di falsi idoli e di risposte parziali, e della pena di false promesse. Il nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità, e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa. Questa è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo! È per rendere testimonianza a questa realtà che siete stati ricreati nel Battesimo e rafforzati mediante i doni dello Spirito nella Cresima. Sia questo il messaggio che voi portate da Sydney al mondo!”.

 

Non sono forse gli stessi temi della Laudato si’?

 

 

 

 

 

 

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