Si fanno sentire sui social al grido di #changeyourcity, la nuova campagna on e offline dei Giovani per la Pace della Comunità di Sant’Egidio. Che in realtà è “un’esplosione di voglia di cambiamento”, come spiegano dalla Comunità trasteverina. E’ “la voglia di cambiamento di chi, come i giovani, si è sentito ripetere che non è possibile cambiare, che è complicato, costa fatica o al massimo è meglio accontentarsi di aggiustare un po’ le cose”.

“Da dove iniziare? – la richiesta più frequente - Vogliono cambiare le città a partire dalle periferie, urbane, umane e esistenziali, rimettendo al centro i loro abitanti più deboli: i bambini, gli anziani, i senza dimora, le vittime della violenza e del disprezzo”.

La campagna ha preso il via dagli inizi di settembre. Ma è giunta anche in alcune piazze, come quella di Napoli, dove alcuni giovani si sono radunati per un momento di preghiera per la pace. “Pochi giorni prima, sulle strade di Napoli, era stato ucciso un diciassettenne – spiegano da Sant’Egidio - e, davanti all’ennesimo fatto di sangue riguardante i giovani, qualcuno si era spinto a paragonare il centro di Napoli a Baghdad”.

Le esperienze sono tante, in diverse città. “A Catanzaro #changeyourcity ha voluto ricordare una vittima della violenza, “zia Tota”, novantenne, uccisa in casa per il furto di 60 €. A Roma e a Padova i Giovani per la Pace hanno organizzato tornei di calcio e pallavolo, fantasiosi anche nel titolo. Li hanno chiamati “Convivolley” e “Games4Peace”, perché a contendersi erano liceali, universitari e giovani rifugiati, in squadre rigorosamente miste. L’accoglienza dei profughi è uno degli aspetti più importanti della campagna #changeyourcity. Da Trieste a Catania, da Genova a Milano, non si contano le iniziative organizzate, con mezzi semplici, dai Giovani per la Pace in porti, stazioni e centri di accoglienza”.