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Cina, e Cile, il Vaticano chiarisce il pensiero del Papa

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“È un caso che ho studiato, ho fatto ricerche, l'ho fatto lavorare molto, e non ci sono prove”. Papa Francesco nel volo di ritorno dal Cile e Perù ha risposto così a chi gli chiedeva chiarimenti sulla vicenda del vescovo Barros di Osorno.

Ma oggi arriva un comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede:

“A seguito di alcune informazioni recentemente pervenute in merito al caso di S.E. Mons. Juan de la Cruz Barros Madrid, Vescovo di Osorno (Cile), il Santo Padre ha disposto che S.E. Mons. Charles J. Scicluna, Arcivescovo di Malta e Presidente del Collegio per l’esame di ricorsi (in materia di delicta graviora) alla Sessione Ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, si rechi a Santiago del Cile per ascoltare coloro che hanno espresso la volontà di sottoporre elementi in loro possesso”.

La vicenda si ricollega alle accuse di “copertura” che sarebbero imputabili al vescovo Barros riguardo alle vicende legate allo scandalo di Fernando Karadima, accusato e condannato per abusi sessuali anni fa. Barros era un suo allievo e dopo essere stato nominato vescovo aveva avuto molte opposizioni perché ritenuto colpevole di aver saputo e non aver detto.

Il Papa in Cile aveva più volte affermato che non c’erano “evidenze” chiedendo scusa alle vittime per aver sbagliato parola. In una risposta al volo aveva parlato di “prove”.

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Ora però sembra che ci siano nuovi fatti, e il Papa ha mandato Scicluna a verificare.

Il direttore della Sala Stampa Greg Burke oggi ha anche fatto una dichiarazione riguardo alla questione cinese.

Il 14 gennaio scorso il cardinale Joseph Zen Ze-Kiun, S.D.B., Vescovo emerito di Hong Kong sera stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco. Poco dopo aveva rilasciato delle dichiarazioni molto critiche sulle scelte del Papa nelle posizione sulla questione cinese.

Oggi arriva una dichiarazione molto forte: “ In riferimento alle notizie diffuse circa una presunta difformità di pensiero e di azione tra il Santo Padre e i suoi Collaboratori nella Curia Romana in merito alle questioni cinesi, sono in grado di dichiarare quanto segue:

“Il Papa è in costante contatto con i Suoi collaboratori, in particolare della Segreteria di Stato, sulle questioni cinesi, e viene da loro informato in maniera fedele e particolareggiata sulla situazione della Chiesa Cattolica in Cina e sui passi del dialogo in corso tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, che Egli accompagna con speciale sollecitudine.

La situazione è ovviamente difficile anche perché lo scorso dicembre sembra che monsignor Pietro Zhuang Jianjian di Shantou sia stato obbligato ad andare a Pechino dove “un prelato straniero”, come riportano alcuni, del Vaticano gli avrebbe chiesto di lasciare la cattedra al vescovo illecito Giuseppe Huang Bingzhang.

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Forse anche di questo avevano parlato il Papa e il cardinale Zen?