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Circoli minori, gli italiani tra i limiti del linguaggio e un documento magisteriale

I Cardinali Parolin e Bagnasco, del Circolo Italicus C |  | Marco Mancini - Acistampa I Cardinali Parolin e Bagnasco, del Circolo Italicus C | | Marco Mancini - Acistampa

“Questa parte espone in maniera sintetica l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e la famiglia in prospettiva pastorale. Per questo è importante che i contenuti siano esposti nella maniera più leggibile e organica possibile”. E’ l’incipit della relazione del Circolo Minore Italicus A, coordinato dal Cardinale Arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro, circa l’esame della seconda dell’Instrumentum Laboris del Sinodo dei Vescovi. Circa la “sacralità del matrimonio” i Padri si sono avvalsi “delle catechesi di Papa Francesco nell’esigenza di armonizzare” tale concetto.

I Padri dell’Italicus A esprimono “preoccupazione per il linguaggio utilizzato in certi passaggi non del tutto chiari e di difficile lettura. Tra questi rischi meritano menzione quello di confondere il progetto della proposta cristiana con un ideale astratto; oppure che l’attenzione alle difficoltà specifiche del nostro tempo rispetto agli impegni familiari e matrimoniali possa prestare il fianco a qualche fraintendimento”. Nello stesso tempo appare necessario completare l’aspetto dottrinale “inserendovi la dimensione spirituale e pneumatologica, accogliendo la sensibilità più propria della tradizione orientale”.

Ribadito inoltre che “la grazia non agisce solo nel momento della celebrazione del sacramento del matrimonio, ma accompagna gli sposi durante tutta la vita, poiché è sacramento permanente in analogia con l’Eucarestia”.

In vista del Giubileo della Misericordia, infine, viene avanzata la proposta di “rendere esplicito il vincolo tra la celebrazione dei Sinodi sulla famiglia e l’imminente apertura del anno giubilare sulla misericordia. In relazione a ciò sono stati fatti due principali richiami: collocare nell’introduzione il riferimento a questo vincolo; e dire con chiarezza che è la certezza del perdono che permette la franchezza della confessione: la percezione del peccato si desta davanti all’amore gratuito di Gesù”.

Diversi e circostanziati anche i rilievi avanzati dal Circolo Minore Italicus B, moderato dall’Arcivescovo di Ancona-Osimo Cardinale Edoardo Menichelli. Nella relazione curata dal Cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore, dopo aver proposto la cancellazione di alcuni punti e la migliore armonizzazione di altri, si rileva anzi tutto come “il  tema del rapporto matrimonio – giovani interpella l’intera azione pastorale della Chiesa. Si tratta di saper comunicare la bellezza attraente del matrimonio a fronte delle previsioni timorose espresse nella diffusa cultura del provvisorio”.

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I Padri suggeriscono anche di sottolineare il rapporto tra famiglia e vita consacrata. Entrambe “possono imparare ad accompagnarsi e sostenersi reciprocamente, aiutandosi nelle rispettive difficoltà, anche sperimentando forme nuove di comunione e condivisione”.

Il Circolo Italicus B chiede formalmente, inoltre, un “documento magisteriale”  ed esprime “la necessità di considerare la missione propria della mediazione pastorale nella trasmissione della Dottrina. Diventa necessario e urgente vigilare sui linguaggi adoperati e valutare la effettiva comprensibilità di quanto espresso. Obiettivo di un’azione pastorale efficace sarebbe quello di aiutare le famiglie a entrare nel mistero della Famiglia di Nazareth, nella sua vita nascosta, feriale e comune, come è quella della maggior parte delle nostre famiglie, con le loro pene e le loro semplici gioie; vita intessuta di serena pazienza nelle contrarietà, di rispetto per la condizione di ciascuno, di quell’umiltà che libera e fiorisce nel servizio, vita di fraternità, che sgorga dal sentirsi parte di un unico corpo, e questo benedetto dal Signore”.

La relazione del Circolo Italicus C, moderato dal Presidente della Cei Cardinale Angelo Bagnasco, è stata elaborata su tre cerchi. “Il primo cerchio ci fa ascoltare la parola che è Gesù e l’insegnamento di Gesù sul matrimonio e la famiglia. Questa parola è centrata sull’eloquenza dell’incarnazione del Verbo. Gesù nasce e cresce in una famiglia”. La parola si basa sul principio della complementarietà dei sessi: “maschio e femmina li creò”. “Il cammino della croce – rilevano i Padri – sta dunque al centro anche della Parola di Gesù sul matrimonio e la famiglia, nel senso che questi beni, pur grandi e sacri, vanno configurati al mistero della Nuova Alleanza, che porta a compimento l’antica, di cui l’amore sponsale è immagine privilegiata”.

“Il secondo cerchio ci fa sentire l’insegnamento di Gesù nell’eco della Parola della Chiesa degli Apostoli e del Magistero attuale. I Padri hanno molti insistito a questo proposito che il legame Cristo-Chiesa-Eucaristia sia pensato nella sua ricchezza dentro l’azione vivente dello Spirito Santo. Cristo fa della Chiesa il suo corpo attraverso il dono di sé nel corpo eucaristico, così che tutte le membra comunicano a Cristo nello Spirito e lo comunicano al mondo nella varietà delle diverse membra, apprezzando e stimando quelle che lo trasmettono con fedeltà e generosità, e avendo cura di quelle deboli e ferite, perché tutti dicono e donano, a loro modo, Gesù al mondo e il mondo a Cristo”. I Padri auspicano che “la comunità cristiana diventi una “famiglia di famiglie”, misuri la propria azione pastorale sullo stile delle famiglie e con esse trasmetta una forza umanizzante alla vita del mondo, superando l’attuale deriva individualista”.

Il terzo ed ultimo cerchio “fa risuonare e riascoltare il vangelo di Gesù nelle tappe della vita di famiglia”. E’ necessario impegnarsi in particolare nel “percorso di “iniziazione dei giovani” al matrimonio e alla famiglia. Un lungo cammino che deve iniziare già nel momento adolescenziale e giovanile con l’educazione degli affetti, nel sostenere durante il periodo del fidanzamento il senso della scelta di vita, nell’aiutare a discernere e a vivere nella fede questo passaggio decisivo, nel preparare al matrimonio come punto di partenza della vita insieme, nella prossimità alla vita dei primi anni del matrimonio. Solo con questa costante presenza si può esorcizzare la sfiducia verso l’alleanza coniugale”.

Infine dal Circolo Italicus C la raccomandazione a fare “circolare la linfa vitale del Vangelo dentro il corpo della Chiesa e della famiglia, per irradiarne l’energia e la vitalità anche nella vita civile e sociale, soprattutto nel mutamento della sensibilità attuale tutta concentrata sui diritti dell’individuo”.

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