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Come vivono i sacerdoti a Genova? Lo racconta Nicolò Anselmi, ausiliare della diocesi

Vescovo Nicolò Anselmi | II vescovo Nicolò Anselmi, ausiliare di Genova, in attesa del Papa davanti la cattedrale di San Lorenzo | Angela Ambrogetti - ACI Stampa Vescovo Nicolò Anselmi | II vescovo Nicolò Anselmi, ausiliare di Genova, in attesa del Papa davanti la cattedrale di San Lorenzo | Angela Ambrogetti - ACI Stampa

Il Papa ha incontrato in cattedrale il clero genovese, una occasione per fare il punto sulla situazione della diocesi. E ci aiuta monsignor Nicolò Anselmi, vescovo ausiliare di Genova, per anni impegnato con i giovani, vicino alla gente anche in parrocchia, come il cardinale Bagnasco che spesso si vede a piedi per i caruggi.

Monsignor Anselmi come si è preparata la diocesi all’arrivo con il Papa?

Abbiamo scelto una chiesa del centro storico in cui abbiamo invitato tutte le categorie di fedeli il giovedì per la adorazione eucaristica per un momento spirituale significativo, poi la messa e altri momenti di preghiera. Catechisti, diaconi, religiosi, e giovani tutti insieme, una iniziativa molto partecipata anche perché si è svolta in un chiesa sempre molto frequentata. L’ultima serata l’hanno fatta i migranti di diverse religioni e poi c’è stata la grande preghiera in cattedrale.

Che tipo di vita religiosa c’è ora a Genova?

Certo, il numero dei sacerdoti in questo momento sta un po’ calando tuttavia non sentiamo questi problemi, grazie all’istinto del nostro cardinale, che, essendo genovese, è un grande conoscitore della realtà della città e che da un po’ di anni ci ha invitati tutti a collaborare di più. Sembra una cosa un po’ banale, ma la realtà è che così si sente meno la carenza di clero, che diventa anziano, perché volentieri i giovani si impegnano a collaborare.

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Le cose cui si deve far fronte sono due. Una è più religiosa: molti si allontanano dalla Chiesa per vari motivi, ma c’è un clero più missionario che sta animando un po’ tutti e i giovani hanno anche fatto una missione proprio per gli stessi giovani. E poi, dal punto di vista sociale, c’è una emergenza casa - lavoro da affrontare. Da noi la crisi si sente molto. Lo vedo in parrocchia nel centro storico e c’è da affrontare la realtà, come dice Papa Francesco, con gli strumenti della provvidenza, il reale tocca la persone e le avvicina alla fede.

Benedetto XVI ha visitato Genova nel  2008 e ora come è cambiata la città e cosa si aspetta dalla visita di Francesco?

Papa Francesco è portato in palmo di mano dai media molto di più di quanto non facessero con Benedetto XVI, e comunque il suo stile, le sue battute, quello che dice lo rendono atteso dalla gente.

E la Genova del cardinale Siri esiste ancora ?

Certo. La situazione è cambiata, ma i tratti comuni ci sono, anche perché il cardinale Siri ha segnato tante generazioni di sacerdoti e tante persone. Ma certo ci sono stati tanti altri vescovi che hanno lasciato il loro segno.