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Cosa può fare la Chiesa per la Siria? Ecco gli “Ospedali aperti” della CEI

Aggiornamento progetto Aggiornamento progetto "Ospedali Aperti" | | VG/ ACI STAMPA

Il Progetto “Ospedali Aperti”  cerca di rispondere all’urgente bisogno di cure nell’ “amata e martoriata” Siria. L’80 per cento della popolazione, ad oggi, vive in povertà. Un milione di persone non può accedere alle cure e, di questi, il 40 per cento rappresenta i bambini. L’intuizione del Cardinale Zenari, Nunzio Apostolico in Damasco, di appoggiare economicamente i tre ospedali cattolici presenti in Siria, nasce da un’analisi molto lucida della situazione critica ad Aleppo.

Consapevole che “in Siria stanno morendo più persone per l’impossibilità di curarsi che sul campo di battaglia”, il Cardinale ha lanciato il progetto “Ospedali Aperti”, presentato un anno fa al Policlinico Gemelli. Il progetto è stato messo a punto dall’AVSI con la collaborazione della Fondazione Gemelli ed è finanziato principalmente dalla CEI e dall’8Xmille. Sono stati raccolti ad oggi 7 milioni di euro. In tre anni l’obiettivo è quello di raggiungere 40.000 mila persone.

Il Cardinale Mario Zenari, intervenuto alla conferenza stampa di aggiornamento sul progetto presso la Radio Vaticana, sottolinea: “Mi considero un nunzio veterano di guerra. Sono in Siria da 9 anni e qiesto conflitto l’ho vissuto giorno per giorno. E’ un conflitto armato internazionale con 5 degli eserciti più agguerriti al mondo. I cieli della Siria sono costantemente attraversati da razzi, da cacciabombardieri, dai missili del Mediterraneo, del Mar Caspio. E’ la più grave crisi umanitaria del momento. E’ una vera valanga di sofferenza. Cominciamo a guarire le ferite”.

Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, intervenuto presso la Radio Vaticana, commenta: “ Il Medio Oriente è sull’orlo della deflagrazione. Di fronte a questo scenario: cosa può fare la Chiesa per difendere la pace e la dignità umana? Una prima risposta è l’aiuto solidale. Sono stati finanziati 15 progetti per alleviare il dolore delle persone della Siria, sono state portate in Italia 40 persone. Noi vescovi italiani possiamo farci promotori di un incontro di riflessione e ospitalità per il Mediterraneo. La carità è il primo segno della pace”.

Il progetto di Ospedali Aperti è stato avviato il 1 luglio 2017. Al 13 marzo 2018 sono 2123 i pazienti presi in carico e curati gratuitamente. Le principali prestazioni riguardano interventi chirurgici oltre a prestazioni ambulatoriali, esami ai raggi X, esami diagnostici e di laboratorio.

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