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Cracovia2016, le aspettative e le speranze della portavoce della GMG

Dorota Abdelmoula, Portavoce della GMG di Cracovia 2016 |  | MM Acistampa Dorota Abdelmoula, Portavoce della GMG di Cracovia 2016 | | MM Acistampa

La Giornata Mondiale della Gioventù è alle porte e a Cracovia fervono i preparativi per l'accoglienza dei giovani che arriveranno da ogni angolo della Terra. Di tutto questo e non solo Acistampa ha parlato con la portavoce della Giornata Mondiale della Gioventù, Dorota Abdelmoula.

Cosa si prova ad essere la portavoce della GMG?

Io lavoro per la GMG da luglio 2014 , prima ero responsabile dei contatti internazionali con le conferenze episcopali, movimenti, congregazioni... All'inizio dicevo che dobbiamo far sapere tutto ciò che facciamo qui, durante la preparazione: come il mondo si mobilita, quanto i giovani sono contenti e creativi con la preparazione che fanno nei loro paesi di origine. Sono felice di poter parlare di tutto questo che sto vedendo da due anni.

Mancano pochissime settimane. Quali sono le vostre aspettative?

Speriamo che dopo la GMG ogni giovane che sarà venuto in Polonia saprà cosa poter fare nella Chiesa. Per noi la GMG è soprattutto un momento di scambio tra i giovani, tra tutta la Chiesa universale. E' un momento in cui giovani potranno scoprire cosa potranno fare nella Chiesa, come utilizzare i loro talenti, la loro creatività, la loro energia al servizio della Chiesa. Il mio sogno è quello di vedere che ogni giovane si possa sentire accolto nella Chiesa.

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Questa è la prima GMG dopo la canonizzazione di San Giovanni Paolo II. E si fa a Cracovia, la città che lo vide Arcivescovo...

Noi diciamo che questa è una GMG con tre Papi. Con Papa Francesco che sarà qui con noi, con Papa Benedetto e con Giovanni Paolo II che è il patrono insiema a Santa Faustina. Per noi è il momento per riscoprire San Giovanni Paolo II soprattutto con quei giovani che per motivi di età non lo conoscono.

Il tema della GMG è la misericordia. Come quello dell'anno giubilare.

C'erano 2000 pellegrini polacchi che sono andati a Rio de Janeiro e quando sono tornati qui hanno detto: ora vogliamo fare lo stesso per quelli che verranno qui, e hanno inziato tante opere di misericordia e di carità in particolare per i pellegrini poveri, ad esempio quelli dei Paesi dell'Europa Orientale o quelli dove i cristiani sono perseguitati. Essere accolti vuol dire immersi nella dimensione della misericordia. Essere misericordiosi è una cosa molto chiara per i giovani: loro vogliono stare insieme e cercano di fare venire qui tutti, specialmente i più poveri.