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Crisi umanitarie, la questione della educazione secondo il JRS

Studenti rifugiati dal Darfur, in una scuola del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati presso il campo rifugiati di Djabal, nella periferia di Goz Beid |  | Christian Fuchs / Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati Stati Uniti Studenti rifugiati dal Darfur, in una scuola del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati presso il campo rifugiati di Djabal, nella periferia di Goz Beid | | Christian Fuchs / Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati Stati Uniti

Tra i diversi temi da affrontare nelle questione delle crisi umanitarie c’è anche quello spinoso della educazione. 75 milioni di bambini e giovani in età per studiare sono strappati della loro case, dalle loro culture e non conoscono la lingua dei paesi che li ospitano. Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati ha recentemente curato un rapporto su questo tema:  Providing Hope, Investing in the Future: Education in Emergencies & Protracted Crises.

Nelle diverse emergenze del pianeta il JRS interviene sul campo organizzando attività educative e ricreative allo scopo di aiutarli a superare il trauma subito, promuoverne la dignità umana, e dotarli di competenze.

"Questo rapporto mette in risalto la necessità di dare priorità all'educazione di rifugiati e sfollati da crisi e conflitti, e di assicurare che questi importanti programmi ottengano le risorse e il sostegno politico che meritano", spiega Giulia McPherson, vicedirettrice delle politiche del JRS Stati Uniti e autrice del rapporto.

La violenza nel mondo colpisce sempre di più scuole e istituti di formazione e ci sono le calamità naturali e le migrazioni che rendono la situazione sempre più esplosiva.

Eppure, spiega il Rapporto, dal 2010 in poi all'educazione si è devoluto annualmente meno del due percento di tutti i fondi stanziati per gli aiuti umanitari. Un andamento, questo, che si può tuttavia invertire. Anche di questo si parlerà ad Istanbul e sarà inaugurato l'Education Cannot Wait Fund, iniziativa che si propone di mobilitare e coordinare le forme di sostegno ai programmi che intendono rispondere alle necessità educative di bambini e ragazzi vittime di situazioni di crisi. 

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"Se non provvediamo, questi ragazzi diventeranno vittime del lavoro minorile, del traffico di minori, dei matrimoni precoci, andando a formare una generazione di infelici, una generazione perduta", ha fatto presente l'ex primo ministro britannico Gordon Brown nel presentare il Fondo.

"Vediamo con i nostri occhi quanta speranza dà l'educazione in tempi di cupa disperazione, quando la gente ormai pensa che il mondo l'abbia dimenticata", ha detto il direttore regionale del JRS Africa Occidentale, p. Eric Goeh-Akue SJ.

Fin dalla sua istituzione nel 1980, il JRS si è occupato proprio di educazione e recentemente ha lavorato in Siria, in Ciad, Etiopia e  Kenya.

"I programmi educativi del JRS contribuiscono ad assicurare che le persone più vulnerabili e deprivate, in particolare le donne e le ragazze, abbiano diritto a un'educazione", ricorda Armando Borja, direttore regionale del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati Nord America.

Il direttore internazionale del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, Padre Thomas H. Smolich, partecipa al Summit di Istanbul intervenendo a un dibattito ospitato da JRS, Theirworld, UNRWA, INEE, dalla Global Campaign for Education, e War Child: "Delivering Quality Education in Emergencies: What Needs To Be Done".