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Cristiani in Nigeria, l'appello dei vescovi alla comunità internazionale

Il vescovo Joseph Bagobiri |  | catholicdioceseofkafanchan.org Il vescovo Joseph Bagobiri | | catholicdioceseofkafanchan.org

La situazione dei cristiani in Nigeria si fa sempre più grave a dimostrazione che bel mondo la cristianofobia è diffusa su vari continenti. La violenza di Boko Haram  ha fatto 11500 vittime cristiane e ha creato un milione e trecento mila sfollati. 13 mila  le chiese distrutte o abbandonate tra il 2016 e il 2014 nel Nord della Nigeria.

Ad illustrare questi dati, forniti da uno studio dell’Associazione cristiana della Nigeria (CAN), è stato il vescovo nigeriano di Kafanchan, mons.  Joseph Bagobiri, ospite di una conferenza sulla libertà religiosa e le atrocità contro i cristiani e le minoranze religiose nel mondo presso il quartier generale l’ONU a New York. Un evento organizzato dalla fondazione cristiana spagnola CitizenGo in collaborazione con la Santa Sede.

Nella sua relazione intitolata “L’impatto della persistente violenza sulla Chiesa nel nord della Nigeria”, il vescovo Bagobiri ha parlato di un tentativo sistematico di eliminare la presenza cristiana nel nord della Nigeria e ha sollecitato l’intervento della comunità internazionale per fermarlo. Le comunità più colpite dalla violenze della setta islamista Boko Haram – ha spiegato - sono quelle degli Stati settentrionali di Adamawa, Borno, Kano e Yobe. Gli abitanti cristiani costretti alla fuga si sono spostati più a sud negli Stati a maggioranza cristiana della cosiddetta Middle Belt: Plateau, Nassarawa, Benue, Taraba e la parte meridionale di Kaduna. Ma in questi ultimi mesi queste aree sono colpite dalle incursioni ed occupazioni dei pastori musulmani Fulani.  “Questa è una palese invasione di terre ancestrali dei cristiani e di altri comunità minoritarie”, ha affermato. “In queste aree, i pastori Fulani terrorizzano incessantemente diverse comunità, cancellandone alcune, e in posti come Agatu nello Stato di Benue e Gwantu e Manchok in quello di Kaduna, tali attacchi hanno assunto il carattere del genocidio”, ha denunciato.

La richiesta alla comunità internazionale è di agire su sei fronti: pressioni sul Governo nigeriano affinché si impegni a garantire la piena libertà di culto dei cristiani e delle altre minoranze in Nord Nigeria; strategie efficaci per contrastare le minacce nei loro confronti; affrontare la crisi umanitaria dei cristiani nella regione e in alcune aree del Middle Belt;  monitorare la situazione; e premere sulle autorità nigeriane perché garantiscano la sicurezza a tutti i cittadini nigeriani e chiedendo neutralità ed equidistanza dello Stato da tutte le religioni nel Paese.

Monsignor Bagobiri ha invocato “un nuovo ordine mondiale, in cui la famiglia umana possa vivere in pace, libertà, armonia e amore, libera  dalla violenza e in particolare da quella ispirata e motivata dalla religione”.

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