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Da Papa Francesco il treno dei bambini terremotati

Il Treno dei bambini in Vaticano |  | Alexey Gotovsky, ACI Group
Il Treno dei bambini in Vaticano | | Alexey Gotovsky, ACI Group
Il Treno dei bambini in Vaticano |  | Alexey Gotovsky, ACI Group
Il Treno dei bambini in Vaticano | | Alexey Gotovsky, ACI Group
Il Treno dei bambini in Vaticano |  | Alexey Gotovsky, ACI group
Il Treno dei bambini in Vaticano | | Alexey Gotovsky, ACI group

Sono quasi 400 i bambini delle zone terremotate del Centro Italia che sono arrivati in Vaticano per incontrare Papa Francesco. Fanno parte del “Treno dei Bambini”, l’evento organizzato in collaborazione dal Cortile dei Gentili, emanazione del Pontificio Consiglio della Cultura, e dalle Ferrovie dello Stato. Tanti i passeggeri speciali a bordo del Freccia Rossa 1000, che oggi ha collegato i piccoli dalle zone del terremoto al Vaticano. 

Lo scopo è presentare al Pontefice i bambini delle scuole terremotate delle zone di Norcia, Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto. Perché sono loro i "Custodi della Terra". Il tema della giornata - come spiegano infatti i promotori – è la cura per l'ambiente di un ambiente dissestato e la resilienza in tempo di calamità.

E’ la quinta edizione del Treno dei Bambini. Questa volta il treno è il top della categoria delle Ferrovie Italiane, il Freccia Rossa mille, come sottolinea anche il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha aperto l’evento.

L’incontro è in un clima di gioia, tante le musiche che accompagnano l’evento speciale.

“Mi dicono che devo parlare, ma a me piace ascoltare”. Cosi Francesco invita i piccoli. “Io voglio andare al ristorante”, dice una piccola bambina. “Vuol dire che il Papa non deve farla lunga”, dice Francesco sorridendo.

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E’ un botta e risposta scherzoso quello tra il Pontefice e i piccoli.

“Dal terremoto le case e le chiese sono state distrutte. La volevamo ringraziare a nome di tutti i ragazzi di Norcia”, esordisce un ragazzo prendendo la parola.

“Come sono stati quei giorni dopo il terremoto?”, domanda il Papa. “Sono stati difficili - risponde un bambino - Sono crollate le scuole, i palazzi, tutto. Ci stiamo riprendendo piano piano”.

“Quando vengono queste calamità ci deve essere la forza per riprendersi, voi siete stati bravi!”, lo rassicura Francesco. Il Papa vuole conferma che nessuno abbia perso gli anni scolastici. E’ l’atteggiamento di un padre che conforta, che consola.

“Il 24 agosto abbiamo davvero avuto un grande spavento” - dice una bambina di Acquasanta – la nostra scuola è inagibile”. “La casa di mia nonna è crollata”, dice un’altra.

I bambini parlano a cuore a cuore con il Papa. Una piccola di Cascia lo invita a fare visita al suo paesino.

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“Questo che voi avete vissuto è una calamità e le calamità feriscono l’anima – conclude Francesco - Ma il Signore ci aiuta a riprenderci. Voi avete fiducia nel Signore? Una delle parole che piace di più al Signore è “Grazie tante”. Io vi ringrazio per questa visita, per ricordare quel brutto momento. Grazie anche a quei ragazzi che hanno suonato musiche della mia patria che mi hanno fatto commuovere. Si chiamano Maria del Domani”.