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Dal cuore spirituale della Lettonia, un pellegrinaggio per i 100 anni di indipendenza

Nostra Signora di Aglona | L'immagine velata di Nostra Signora di Aglona, nel Santuario di Aglona | Alexey Gotovskyi / ACI Group
Nostra Signora di Aglona | L'immagine velata di Nostra Signora di Aglona, nel Santuario di Aglona | Alexey Gotovskyi / ACI Group
Nostra Signora di Aglona | Il santuario di Nostra Signora di Aglona | Alexey Gotovskyi / ACI Group
Nostra Signora di Aglona | Il santuario di Nostra Signora di Aglona | Alexey Gotovskyi / ACI Group
Nostra Signora di Aglona | Interno del Santuario di Nostra Signora di Aglona | Alexey Gotovskyi / ACI Group
Nostra Signora di Aglona | Interno del Santuario di Nostra Signora di Aglona | Alexey Gotovskyi / ACI Group

“Il cuore spirituale della Lettonia”. Così l’arcivescovo Zbignevs Stankevics di Riga definisce il Santuario di Aglona, una costruzione stile tardo barocco del XVII secolo che da sempre attira tutti, cattolici e protestanti, ortodossi e non credenti, in quello che è un vero e proprio pellegrinaggio ecumenico nella festa dell'Assunta. E da lì, il 6 maggio, è partito un pellegrinaggio di 100 giorni a marcare i 100 anni di indipendenza del Paese.

Si chiama “Pellegrinaggio del Centenario”, e dura, appunto 100 giorni, percorrendo 1886 chilometri nel territorio lettone per tornare il 13 agosto ad Aglona, in tempo per le grandi celebrazioni dell’Assunta, che durano dal 14 al 15 agosto.

Il Pellegrinaggio del Centenario è  una iniziativa ecumenica, che nasce nella Chiesa Cattolica lettone ma che ha anche l’appoggio della Chiesa Evangelico Luterana, a testimonianza dello straordinario ecumenismo che si vive in quelle terre.

“Aglona – ricorda ad ACI Stampa l’arcivescovo Stankevics – è il cuore spirituale della Lettonia. Il santuario era già popolare ai tempi dell’Unione Sovietica. Tanto che anche io, al tempo giovane ingegnere, non potendo raggiungere il santuario perché le strade bloccate dalle milizie sovietiche, arrivavo dalle foreste, insieme a tantissime altre persone”.

Quale luogo, insomma, migliore di Aglona per celebrare i cento anni di indipendenza del Paese?

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Anche perché la Lettonia è ancora un Paese che sta costruendo la sua identità, dato che dopo l’indipendenza sono arrivati gli anni del regime sovietico, 50 anni in cui tutto è stato come congelato. Ma non la devozione a Maria, nella terra che già Innocenzo III proclamò “Terra Mariana”.

“Il centenario della nostra nazione – spiega don Arnis Mzilevskis, uno degli organizzatori del pellegrinaggio – è un’opportunità per ricordare ciò che è al centro del nostro Stato. Insieme ai simboli nazionali, la bandiera, lo stemma, abbiamo scelto ‘Dio Benedica la Lettonia’, l’inno del nostro Paese. Un testo di Baumanns Charles cantate in ogni evento importante del nostro Paese. Una preghiera, in fondo. E allora possiamo pregare insieme che la Lettonia sia una terra benedetta e spiritualmente libera”.

Ogni notte, ad ogni tappa del pellegrinaggio, ci saranno concerti e momenti di riflessione sul Vangelo, e si può partecipare al pellegrinaggio integralmente o solo per alcune tappe. Ci sono per ora 6 persone già iscritte che cammineranno tutti i 100 giorni, per un percorso di lode e preghiera.

Ma perché Aglona è così importante? Costruita in stile tardo barocco, la Basilica ha due torri di 60 metri, ma anche una collezione di quadri, sculture e altri pezzi di arte sacra, tra i quali l’immagine miracolosa della “Signora di Aglona”, che viene svelata solo durante le celebrazioni religiose e che ha poteri miracolosi.

Tra i miracoli di Nostra Signora di Aglona, uno riguarda il contadino Kirstaps Mateisans, che dal villaggio di Spiku portava il figlio ad Aglona per il battesimo, andando in barca attraverso il lago Cirisu. Preso dalla necessità di affrontare una tempesta, il contadino perse di vista il figlioletto, che finì in acqua. Quando si rese conto della tragedia, pregò la Signora di Aglona, e così miracolosamente il bambino riemerse dall’acqua vicino alla riva, ritrovato da persone che erano lì.

Il santuario si presenta con una enorme piazza, che fu creata appositamente per la visita di San Giovanni Paolo II nel santuario nel 1993. Alla Messa celebrata dal Papa accorsero 200 mila fedeli, approssimativamente un decimo della popolazione lettone.

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Il primo progetto di fondazione del santuario risale al 1687, quando Jeta-Justina Stastodicka, una nobile polacca locale, insieme al vescovo Mikolaj Poplanski di Livonia invitarono i domenicani di Vilnius a stabilire un monastero ad Aglona, fornendo anche 90 fattorie ai 17 villaggi intorno per favorire lo sviluppo della zona. L’operazione fu motivata con queste parole: “Per la gloria di Dio e la benedizione dei Lettoni”.