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Dall'Argentina a Philadelphia... una storia di famiglia

La famiglia Merli | La famiglia Merli all'incontro mondiale delle Famiglie | Andrea Gagliarducci / ACI Group La famiglia Merli | La famiglia Merli all'incontro mondiale delle Famiglie | Andrea Gagliarducci / ACI Group

Sono arrivati a Philadelphia per il loro bambino, ci tornano una volta l’anno per due mesi. Ma hanno anche conosciuto quello che chiamano “padre Bergoglio” in Argentina, ed ora che è Papa Francesco hanno avuto l’opportunità di salutarlo velocemente durante la Giornata Mondiale delle Famiglie. I coniugi sono Carlos Merli e Rosanna Mancinelli, e il loro bambino si chiama Matias: ad ottobre compirà 18 anni. È affetto da una paralisi cerebrale.

“Matias è il protagonista della storia – racconta Rosanna – perché è per lui che siamo venuti a Philadelphia nel 2000. Matias ha una paralisi cerebrale, e cercavamo una cura, un aiuto. Lo abbiamo trovato nell’Istituto per il Raggiungimento del Potenziale Umano, a Philadelphia.”

L’istituto segue il metodo ideato da Glenn Doman (recentemente scomparso) nell’immediato dopoguerra, ed è un approccio altamente innovativo. Non solo aiuta i bambini con disabilità a superare alcuni dei loro handicap, ma lavora anche con i bambini senza disabilità mentali, e aiuta loro a raggiungere il loro potenziale. Ma soprattutto, coinvolge le famiglie in questo lavoro con i bambini, perché – come sosteneva Glenn Doman – “il lavoro più antico del mondo è fare la mamma… e non quell’altro.”

“E’ proprio il fatto che eravamo coinvolti come famiglia nella terapia riabilitativa che ci ha convinto – racconta Carlos Merli – perché qui non solo abbiamo portato nostro figlio… siamo stati con lui, siamo stati educati ad aiutarlo nel processo di riabilitazione, siamo ‘allenati’ a lavorare con nostro figlio.”

Aggiunge Rossana Mancinelli che “in questo modo i genitori sono co-protagonisti del trattamento i riabilitazione del figlio.” Dal 2000, i coniugi sono tornati a Philadelphia per due mesi ogni anno, ormai da 15 anni. “Quando ci guardiamo indietro e constatiamo i risultati di crescita neurologica di Mattia, pensiamo che è meraviglioso – racconta Rosanna Mancinelli – ed è meraviglioso per Mattias, che ha lavorato così tanto, e per noi, che siamo, potremmo dire, degli agenti riabilitatori.”

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Ma non è solo una terapia che ha bisogno della famiglia. È una terapia che i coniugi Merli hanno potuto portare avanti grazie alle famiglie. “Eravamo arrivati a un punto che non potevamo tornare con tanta facilità economica. Ma è stato qui che abbiamo vissuto l’amore della comunità di Philadelphia: si sono aperte porte, ci hanno dato ospitalità ogni volta che tornavamo, abbiamo avuto la loro amicizia, abbiamo sentito il loro gran cuore. E abbiamo condiviso i loro amici.”

In più, “l’arcivescovo Charles J. Chaput ci ha ricevuto con un affetto che viene dal cuore.” È stato lui a volere che fossero posizionati più avanti possibile durante la Messa di sabato 26 settembre. Così abbiamo potuto salutare Papa Francesco, anche se non abbiamo avuto modo di parlarci davvero.”

Ma come conoscevano padre Bergoglio? Spiega Carlos Merli: “Noi facciamo parte di una associazione di laici ispirata a San Tommaso d’Aquino, fondata da un padre domenicano molto amico di Papa Francesco, e padre Bergoglio era sempre informato della nostra situazione, avevamo avuto molti contatti con lui. Poi è diventato Papa!”

I coniugi hanno preso l’impegno molto seriamente, si sono preparati a lungo con varie Catechesi per la Giornata Mondiale ella Famiglia, e sottolineano che la vita va affrontata “con molta allegria, come dice sempre Papa Francesco.”

Sottolinea Carlos Merli: “Se c’è un messaggio che vogliamo dare, è che quello che la vita passa dalla famiglia. È lì che si può trovare ogni modo di affrontare il problema. Senza una famiglia forte non si possono affrontare le difficoltà.”

“La famiglia – conclude Rosanna – deve essere un punto di riferimento per le persone in difficoltà, perché senza una famiglia forte non si possono affrontare le difficoltà.”

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