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Dialogo ecumenico. Il Papa: “E’ urgente crescere verso una piena e visibile comunione”

Delegazione Vaticana ad Instabul per la festa di Sant'Andrea |  | Diocesi di Bologna
Delegazione Vaticana ad Instabul per la festa di Sant'Andrea | | Diocesi di Bologna
Il dono di Monsignor Zuppi a Sua Santità Bartolomeo I |  | Diocesi di Bologna
Il dono di Monsignor Zuppi a Sua Santità Bartolomeo I | | Diocesi di Bologna

Con un messaggio inviato al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, Papa Francesco rinnova il suo impegno per il dialogo ecumenico, incoraggia quello teologico e loda gli sforzi comuni per il cammino verso l’unità. Il messaggio del Pontefice è stato consegnato personalmente a Bartolomeo dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Il Cardinale Koch si è recato al Fanar, nella sede del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, seguendo ormai un rituale consolidato: per la festa dell’Apostolo Andrea, protettore del Patriarcato di Costantinopoli, una delegazione vaticana va a Istanbul; per la festa di Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, una delegazione del Fanar viene in Vaticano. 

A Istanbul si è unito alla Delegazione il Nunzio Apostolico in Turchia, l’Arcivescovo Paul F. Russell. La Delegazione della Santa Sede ha preso parte alla solenne Divina Liturgia presieduta da Sua Santità Bartolomeo nella chiesa patriarcale.

“Gli Apostoli proclamarono fino ai confini della terra, attraverso le loro parole e il sacrificio delle loro vite, ciò che loro stessi avevano visto, udito e sperimentato – osserva Francesco nel suo messaggio - la Parola di Vita, Nostro Signore Gesù Cristo, che morì per la nostra salvezza. Fare anche noi questo annuncio ci permette di entrare in comunione con il Padre, attraverso il Figlio, nello Spirito Santo, che è il fondamento stesso della comunione che unisce i battezzati nel nome della Santissima Trinità. Cattolici e ortodossi, professando insieme i dogmi dei primi sette Concili ecumenici, credendo nell'Eucaristia, nei sacramenti e preservando la successione apostolica del ministero dei vescovi, sperimentate già una profonda vicinanza l'uno con l'altro. Riconosciamo quanto sia urgente crescere verso una piena e visibile comunione”.

“È fonte di gioia – continua il Papa - sapere che alla vigilia della festa di sant'Andrea, è stato commemorato il cinquantesimo anniversario della visita di Papa Paolo VI a Fanar, il 25 luglio 1967. Quel momento storico di comunione tra i Pastori della Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli ricorda le parole del Patriarca Atenagora nell'accogliere il Papa Paolo VI alla Chiesa patriarcale di San Giorgio, dove oggi siete riuniti. Credo che queste parole possano continuare a ispirare il dialogo tra le nostre Chiese: "Uniamo insieme ciò che è stato diviso, ovunque ciò sia possibile”.

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Conclude il Papa: “Desidero incoraggiare nuovamente questo dialogo teologico. Il consenso raggiunto da cattolici e ortodossi su alcuni fondamentali principi teologici”.

Monsignor Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna, ha incontrato ieri a Istanbul il Patriarca Ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli, ricambiando così la visita che questi ha fatto alla nostra diocesi nello scorso settembre. Monsignor Zuppi ha portato in dono al Patriarca un importante frammento della venerata reliquia del cranio di sant’Anna, madre di Maria Vergine, oggi conservato nella nostra Cattedrale di San Pietro a Bologna. La destinazione della reliquia sarà la "Skete di Sant’Anna", uno dei monasteri del Monte Athos, nei quali si tramanda la ricchezza della spiritualità orientale.

L’Arcivescovo di Bologna nel suo discorso ha messo in rilievo l’importanza “di costruire ponti e poi di percorrerli”. “La visita di Bartolomeo a Bologna – ha aggiunto monsignor Zuppi – è stata molto importante nei suoi vari momenti, e oggi siamo qui per ricambiare e portare in dono la reliquia di Sant’Anna. Sono i santi che aprono la via all’ecumenismo”.

Anche Bartolomeo I ha salutato la Delegazione: “Oggi vogliamo offrir vi la nostra Ospitalità in questa Sede, che è la sede della nostra Chiesa fin dal XVII secolo, la quale ancora oggi, come allora segue i ritmi della vita monastica, uniti al servizio per la Arcidiocesi di Costantinopoli, del Patriarcato Ecumenico e di tutta la Chiesa Ortodossa. Ospitalità che non è un mero atto di cortesia, ma è un atto di profondo amore, di amore tra fratelli, di autentico amore cristiano, così come cinquanta anni or sono testimoniavano i nostri Araldi della fede, qui a Costantinopoli e poi a Roma, il Patriarca Ecumenico Athenagoras e il Papa Paolo VI, entrambi di venerata memoria".