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Dialogo, rispetto, memoria e stupore, le parole del Papa per i giovani del MEG

L'udienza del Papa al MEG |  | Alan Holdren /CNA L'udienza del Papa al MEG | | Alan Holdren /CNA

Un lungo dialogo con parole improvvisate al momento come ha detto proprio Papa Francesco. L’incontro con 1500 ragazzi del Meg,i movimenti eucaristici giovanili di spiritualità ignaziana si è svolto in Aula Paolo VI. Il Papa ha voluto rispondere alle domande dei ragazzi con il suo stile immediato e familiare.

Francesco ha detto che le tensioni che si vivono in famiglia o nella società fanno crescere se affrontano con il dialogo, ma non devono diventare stile di vita, che i conflitti sociali e culturali si superano con il rispetto della identità dell’altro, e che la vera gioia e pace che ci dà Gesù la possiamo riconoscere dalla sua profondità mentre il diavolo che è “ truffatore” ci da solo sensazioni effimere, fa del “circo”.

A proposito della preghiera e dell’ Eucarsitia il Papa ha usato le parole di San Paolo, “ ricordati di Cristo” perché  “la memoria di Gesù è presente” è la memoria “di un amore tanto grande che a dato la vita per me.”.

Il Papa ha indicato ai ragazzi la via della gioia e della pace di Cristo per combattere la “guerra mondiale a pezzi” che si vive, ma ha anche ricordato i grandi segni di speranza che si trovano proprio sapendo vedere la presenza di Gesù.

Francesco ha ricordato il ruolo dei nonni, memoria della vita. Il suo pensiero è andato anche ai cristiani in Medio Oriente: “stiamo vedendo che tanta gente non è rispettata: le minoranze religiose, i cristiani … non solo non sono rispettati, ma tante volte sono uccisi, perseguitati  … Perché? Perché non si rispetta la loro identità.”

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Nel pensiero del Papa anche i Rohinja: “sono stati cacciati via da un Paese e da un altro e da un altro, e vanno per mare … Quando arrivano in un porto o su una spiaggia, danno loro un po’ d’acqua o un po’ da mangiare e li cacciano via sul mare. Questo è un conflitto non risolto, e questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere.”

Una storia molto particolare quella di questa popolazione che vive profuga da un paese all’altro e ora dal 2012 vive in Myanmar. Per le Nazioni Unite sono la minoranza più perseguitata del mondo.

Un pensiero speciale il Papa lo ha rivolto ai nonni, e  una riflessione significativa Francesco l’ha proposta su come trovare la pace di Gesù: “Qual è il segno della pace di Gesù? Come so che questa pace la dà Gesù? Il segno è quella gioia, quella gioia profonda: il diavolo mai ti dà la gioia. Ti dà un po’ di divertimento, fa un po’ di circo, ti fa felice un attimo ma mai ti dà quella gioia. Quella gioia soltanto può darla Gesù dandoti lo Spirito Santo. E la sfida di tutti noi – anche la mia – è cercare sempre la pace di Gesù. Anche nei brutti momenti, eh? Ma la pace di Gesù. E saperla distinguere da quell’altra pace truccata, che alla fine è una truffa, finisci male e non ti pagano bene. E Gesù è un buon pagatore, paga bene: paga molto bene!”.

E Gesù si incontra con stupore “Devi cercarlo nelle preghiera nell’Eucaristia e nella vita quotidiana nella responsabilità dei tuoi compiti e anche andare a cercare i più bisognosi ed aiutarli” ha spiegato il Papa, e così si sente lo stupore di incontrare Gesù, quella è la vera gioia.

Francesco ha concluso con la preghiera dell’ Ave Maria, perchè ogni bambino cerca la mano della mamma per imparare a camminare, e poi si è fermato a lungo a salutare i ragazzi in aula.