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Don Lorenzo Milani visto da uno dei suoi allievi. “Ci ha cambiato la vita”

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Chi era don Lorenzo Milani? La domanda va fatta, dato che il 20 giugno Papa Francesco visiterà Bozzolo e Barbiana per pregare in forma privata sulle tombe di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani.

Le risposte possono essere molte. Appena la notizia è stata divulgata, l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, in un’intervista a Radio Toscana ha affermato: “Papa Francesco ha una grande considerazione per la memoria di don Lorenzo Milani, per la sua figura, per quello che egli ha rappresentato e che ancora può rappresentare per la Chiesa di oggi”.

A 50 anni dalla sua morte quindi la Chiesa italiana rende omaggio ad un prete ‘scomodo’, come aveva detto il vescovo di Molfetta, mons. Tonino Bello, molti anni fa con parole che oggi sono molto attuali: “Con la sua voce potente ci scuote tutti quanti, è un uomo straordinario, e io credo che la Chiesa oggi lo deve vedere come uno di quei segni messi sulla strada, quei segnali stradali che qualche volta ci danno fastidio; ci sono certi segnali sulla strada che arrivano all’improvviso e ci danno fastidio, ci indicano un'improvvisa inversione di marcia oppure un rallentamento... i segni ci aiutano a camminare, ma quante volte ci danno fastidio. Penso che don Milani sia stato un prete scomodo. Un augurio che per la nostra città ci possano essere non soltanto insegnanti scomodi, anche amministratori scomodi, ma soprattutto preti scomodi, non preti comodi, non preti da utilizzare. E’ stato un segno scomodo, ma anche un segno di speranza, speranza che non è come diceva Bacone, una colazione ottima e una cena pessima, ma quella speranza che mette le radici in questo presente che stiamo attraversando”.

Ma chi meglio di uno dei primi ragazzi di Barbiana può raccontare don Milani? Per questo, ACI Stampa ha parlato con Agostino Burberi, vicepresidente della Fondazione ‘don Lorenzo Milani’, che all’età di otto anni è stato uno dei primi sei ragazzi della scuola di Barbiana.

Per lui, la visita del Papa rappresenta “una completa riabilitazione del nostro maestro. Già nel 2014 papa Francesco aveva tolto il decreto del Santo Uffizio che vietava la ristampa e la diffusione di Esperienze Pastorale. Successivamente più di una volta aveva citato don Milani poi con il bel videomessaggio in occasione della fiera del libro di Milano e ora con la visita per pregare sulla tomba ed incontrare i suoi ex allievi”.

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Nel video messaggio per la presentazione dell’Opera omnia papa Francesco ha detto: ‘Accostiamoci, allora, agli scritti di don Lorenzo Milani con l’affetto di chi guarda a lui come a un testimone di Cristo e del Vangelo, che ha sempre cercato, nella consapevolezza del suo essere peccatore perdonato, la luce e la tenerezza, la grazia e la consolazione che solo Cristo ci dona e che possiamo incontrare nella Chiesa nostra Madre’. Quale è la sua attualità oggi?

Credo che papa Francesco veda in don Milani la figura del prete che lui auspica, dalla parte degli ultimi e con gli ultimi, prete legato al vangelo e che lo pratica con grande rigore”.

Nel 1958 don Milani scrisse: ‘Non mi ribellerò mai alla Chiesa perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati, e non saprei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa’: quale amore nutriva verso la Chiesa?

I suoi superiori tentarono con ogni mezzo di emarginarlo ma la sua grande forza fu quella dell’obbedienza ai superiori ma senza rinunciare alle sue idee e a praticarle. Quando lo mandarono a fare il parroco di Barbiana lui non venne nemmeno a vedere il posto obbedì. Nel libro ‘Perché mi hai chiamato’ vengono fuori le sue sofferenze con i suoi superiori ma anche il suo grande amore per la mamma chiesa e per i poveri che Dio gli aveva affidato”.

In ‘Esperienze Pastorali’ egli scrisse: “Io mi considero prete soltanto per voi, per le vostre famiglie, per i contadini, per gli analfabeti, per gli operai, per quelli che non vanno in chiesa, per le persone più lontane, per quelli che non hanno istruzione soprattutto...e la mia vita la voglio dedicata esclusivamente a loro. E il legame con la Chiesa è fatto di un’assoluta obbedienza che ho; dei Sacramenti che cerco per me e che do a voi, della dottrina che è fedelissima, inattaccabile, tanto inattaccabile che Ottaviani con tutta la sua cattiveria non è riuscito a trovarci una eresia per metterlo all’indice”. Allora ‘Esperienze Pastorali’ e il Catechismo quale ‘Chiesa in uscita’ annunciava?

Esperienze Pastorali oltre ad un’approfondita analisi del suo popolo di san Donato a Calenzano prendeva posizioni su problemi sociali e religiosi, che lo vedevano molto avanti e con posizioni profetiche che solo il Concilio Vaticano II avvallò. Il Catechismo fu il tentativo di renderlo più comprensivo ai ragazzi delle scuole”.  

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Quanto è stato importante l’incontro con don Milani?

Ci ha cambiato la vita. Per me è stato davvero tutto: il padre, il prete, il confessore, il maestro. Ci ha amato come noi abbiamo amato lui.

Quando iniziò a fare scuola a Barbiana?

Quasi subito. Iniziò con alcuni ragazzi una specie di doposcuola e poi continuò con cinque di noi. Il pomeriggio, la domenica e tutta l’estate stavamo con lui. Poi finite le elementari, io recuperai l’anno perso sostenendo gli esami da privatista alla fine della quarta, iniziammo a fare scuola a tempo pieno come avviamento industriale. In tutta la zona non esisteva una sola scuola e la riforma delle medie arrivò dopo qualche anno.