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Dopo il viaggio in USA. Alcune reazioni

Papa Francesco all'ONU | Papa Francesco parla di fronte all'assemblea generale delle Nazioni Unite, 25 settembre 2015 | © L'Osservatore Romano Photo Papa Francesco all'ONU | Papa Francesco parla di fronte all'assemblea generale delle Nazioni Unite, 25 settembre 2015 | © L'Osservatore Romano Photo

Due discorsi pronunciati in inglese, con la possibilità di scuotere le coscienze. Ma anche due discorsi che si sono prestati a una certa strumentalizzazione, specialmente da parte del mondo cosiddetto liberale. Parlando di fronte al Congresso – la prima volta di un Papa – e poi alle Nazioni Unite, Papa Francesco ha mostrato il suo equilibrio diplomatico, spesso non menzionando le situazione per nome, ma cercando di mettere a punto tutti i temi, dalla difesa della vita alla non proliferazione nucleare, dalla protezione della famiglia all’accoglienza degli immigrati, fino al tema della tratta di esseri umani. Discorsi ampi, che hanno generato varie reazioni, specialmente nel mondo cattolico USA.

Il rappresentante Christ Smith ha sottolineato con ACI Stampa come “il discorso del Papa al Congresso ci invita al servizio non egoistico, l’amore, la riconciliazione e il dialogo,” e mette in luce come il Papa abbia ben spiegato come la Regola d’Oro ci imponga “a difendere la vita umana ad ogni stadio dello sviluppo,” e che questo significa “difendere i più deboli e più vulnerabili, come i bambini non nati.”

Ci tiene, Christ Smith, a far notare che il Papa ha affermato che la stessa famiglia è “sotto minaccia, forse mai come prima,” e che ha parlato del rischio della libertà religiosa, stabilendo che è “importante che la voce della fede continui ad essere sentita.”

Parole che testimoniano la necessità, per il mondo cattolico nel Congresso (sono il 29 per cento dei rappresentanti) di mettere in luce dal discorso i temi che più stanno loro a cuore, quelli sui quali più si giocano la loro credibilità.

In fondo la volontà di avere un Papa al Congresso, portata avanti con determinazione dallo speaker (cattolico) John Boehner, era anche quella di trovare un nuovo sostegno sui temi della libertà religiosa, della vita e della famiglia. Perché l’ObamaCare continua a violare la libertà religiosa delle istituzioni cattoliche, concedendo solo un compromesso sull’uso dei contraccettivi. Perché la famiglia è sempre più messa sotto attacco, e ci sono notizie di una volontà dell’amministrazione Obama di forzare alcune leggi per venire incontro alle richieste delle lobby LGBT. E perché il Congresso sembra non avere più coscienza nei casi di aborto: non solo non impedisce l’aborto per smembramento, ma blocca anche il progetto di legge di definanziare Planned Parenthood, la potente “fabbrica degli aborti” colta in flagrante di traffico di feti.

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E il caso Planned Parenthood porta direttamente al tema delle Nazioni Unite. Le Ong cattoliche, come C-FAM, conoscono bene i meccanismi che portano ad inserire temi come il diritto all’aborto o al matrimonio omosessuale nelle agende.

Spiega ad ACI Stampa Stefano Gennarini, esparto legale di C-FAM: “Il gioco è sempre truccato. Le nazioni Che proteggono la vita e la famiglia sono molte, ma all'ONU la Loro voce è soffocata e ignorata perche si tratta di paesi in via di sviluppo con poche risorse e UN personale limitato. L'iniziativa e' sempre con i paesi Che promuovono l'aborto e le nozze gay, Che tra l'altro controllano la potente burocrazia ONU perche pagano tutti gli stipendi. Mentre i delegati cambiano spesso la burocrazia è sempre lì.”

Anche loro attendevano una parola di conforto dal Papa, e dopo aver ascoltato il discorso Gennarini si dice “sollevato.”

Afferma, Gennarini, di essere “molto contento del fatto che il Papa abbia parlato della sacralità della vita umana, anche per i bambini ancora nel grembo della madre.” Sottolinea che “le Nazioni Unite sono un posto che militantemente e crescentemente ostile nei confronti dei bambini non nati,” e per questo “da legae pro-life e attivista, mi sarebbe piaciuto che il Papa avesse anche denunciato i tentativi di stabilire l’aborto come un diritto internazionale, la manipolazione messa in atto dalla burocrazia ONU per promuovere l’aborto, anche nei nuovi obiettivi di sviluppo.” “Capisco che il Santo Padre non è un attivista, come sono io,” conclude Gennarini.

Gli fa eco Robert Royal, intellettuale di riferimento negli Stati Uniti e commentatore di EWTN, che sottolinea come “il discorso alle Nazioni Unite, anche se non conteneva una menzione esplicita all’aborto, si è rivelato comunque potente, e molto chiaro.”

Carolyn Woo, del Catholic Relief Service, ha invece voluto sottolineare come il Papa abbia concluso il suo discorso con una chiamata per nuovi processi, che “riconosco la sacralità di ciascuno e della creazione di Dio. Sono processi di speranza.”

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In ogni dichiarazione si può in fondo notare una continua ricerca di andare al cuore dei temi messi sul tavolo da Papa Francesco. Per evitare le strumentalizzazioni del suo pensiero che sono state abbondanti. Specialmente da parte del mondo secolare.