“A conclusione di questo processo, la Congregazione è fiduciosa che la LCWR abbia chiarito la sua missione a sostegno dei suoi Istituti membri favorendo una visione della vita religiosa che è centrata sulla persona di Gesù Cristo ed è radicata nella Tradizione della Chiesa. E 'questa visione che rende religiosi e religiose testimoni radicali del Vangelo, e, quindi, è essenziale per il fiorire della vita religiosa nella Chiesa”.

C’è aria di schiarita tra la Congregazione della Dottrina della Fede e la Leadership Conference of Women Religious, che raggruppa diversi istituti di suore americane, in tutto circa 60mila religiose. In queste parole del cardinale Gerard Müller, diffuse attraverso un comunicato a margine dell’incontro che si è tenuto oggi in Vaticano, c’è l’auspicio che sia definitivamente ricomposta tutta la vicenda, partita da alcune eccezioni su posizioni delle religiose ritenute non in linea con la dottrina ecclesiale.

Tutto questo ha portato ad un percorso durato circa tre anni, fino all’approvazione dei nuovi statuti della LCWR, avvenuta il 6 febbraio 2015 scorso con decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Alla base del lavoro di “discernimento” c’è il cosiddetto “Mandato” seguito al “Doctrinale Assessment”, la valutazione dottrinale, che ha richiesto, spiegano dalla Congregazione della Dottrina della Fede, “una revisione delle pubblicazioni LCWR per garantire che la missione della Conferenza  fosse soddisfatta in accordo con l'insegnamento della Chiesa”. Perché “la missione della Conferenza è al servizio dei suoi membri e del loro ruolo positivo di collaborazione nella missione della Chiesa” e poiché “le pubblicazioni LCWR servono un pubblico più vasto nella Chiesa” e “la loro natura  è risolvere questioni spirituali piuttosto che occuparsi di una formale trattazione teologica. Tuttavia, a causa del collegamento vitale tra la spiritualità e la teologia, e al fine di ispirare, aiutare a valutare l'esperienza come religiose, e sfida per la crescita, le pubblicazioni hanno bisogno di una solida base dottrinale”.

Il Mandato poi richiama a tenere “cura nella selezione di programmi e oratori nelle Assemblee generali e negli altri eventi targati LCWR”, facendo attenzione alla “scelta degli argomenti e dei relatori adeguati alla missione e al servizio della Conferenza”,  per “perseguire gli obiettivi e le finalità della Conferenza, che si svolgono nel più ampio contesto della fede e della missione della Chiesa”. C’è un richiamo al “linguaggio ecclesiale” alla “fede della Chiesa”.

Inoltre, sono state ricordate “l'importanza della celebrazione eucaristica”, “il luogo della Liturgia delle Ore nelle comunità religiose”, “la centralità di un processo comune di preghiera contemplativa praticata nelle Assemblee e nelle altre manifestazioni”, “il rapporto tra LCWR e le altre organizzazioni”, oltre che “la comprensione essenziale della LCWR come strumento di comunione ecclesiale”.

Suor Sharon Holland, IHM, presidente della LCWR, non ha potuto essere presente per la riunione, ma ha commentato: “Siamo lieti al termine del mandato, che ha coinvolto lunghi e impegnativi scambi circa la  nostra comprensione  e sulle prospettive circa questioni critiche della vita religiosa e sulla sua pratica. Attraverso questi scambi, condotti sempre in uno spirito di preghiera e di rispetto reciproco, siamo giunti  a una più profonda comprensione delle reciproche esperienze, ruoli, responsabilità e speranze per la Chiesa e la gente che serve. Abbiamo imparato che ciò che abbiamo in comune è molto di più rispetto a qualsiasi delle nostre differenze”.