“Hermano Papa, buendia”. Come ha già fatto in passato, il presidente Evo Morales ci tiene a mostrare confidenza con il Papa, che incontra per la terza volta in Vaticano e per la quinta dal 2013. E Papa Francesco lo chiama per nome, accetta i complimenti sul fatto che sembri ringiovanito (“Me lo dicono tutti”) e si intrattiene con il presidente ex cocalero per 28 minuti, in un incontro così informale che non si è concluso con il tradizionale scambio di doni.

 D’altronde, il presidente della Bolivia è già stato in visita da Papa Francesco, ha già i documenti magisteriali che vengono sempre regalati in queste circostanze (Evangelii Gaudium, Laudato Si ed Amoris Laetitia), e allo stesso modo ha preferito probabilmente non portare regali al Pontefice. Tra i temi segnalati dall'entourage del presidente boliviano, in agenda prima della visita, anche la richiesta del presidente Morales di un supporto da parte della Santa Sede per lo sbocco marittimo della Bolivia, questione portata da La Paz fino al Tribunale dell’Aja in un contenzioso con il Cile, Paese che Papa Francesco visiterà il prossimo gennaio. Il tema non sarebbe stato però toccato nei colloqui. 

Riferisce la Sala Stampa della Santa Sede che “nel corso dei colloqui che si sono svolti in un clima cordiale, è stato espresso apprezzamento per il contributo che la Chiesa ha dato e continua ad assicurare in favore del progresso umano, sociale e culturale della popolazione del Paese e si è fatto cenno all’attualizzazione del regime pattizio tra la Santa Sede e la Bolivia. Inoltre, sono stati evocati alcuni temi attuali di comune interesse”.

Per una particolare coincidenza, oggi è stato in visita da Papa Francesco l’arcivescovo Angelo Accattino, nuovo nunzio apostolico a La Paz. Si tratta della normale visita di inizio missione che ogni nunzio fa con i familiari dal Papa prima di partire come suo ambasciatore. L’arcivescovo Accattino è stato consacrato vescovo lo scorso 25 novembre a Calliano, suo paese natale, dal Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano (co-consacranti i vescovi corrente ed emerito di Casale Sacchi e Catella). Nell’omelia, il Cardinale Parolin ha definito l’arcivescovo accattino “il nunzio più alto del mondo”, considerando che La Paz si trova a 4 mila metri di altezza.