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Fatima, la prima esperienza di un assistente spirituale

Don Nelson Enrique Gomez Lozano |  | MM ACI Stampa Don Nelson Enrique Gomez Lozano | | MM ACI Stampa

Viene dalla Colombia Don Nelson Enrique Gomez Lozano, svolge il suo ufficio di vicario parrocchiale ad Ostia, sul litorale romano, e a Roma sta perfezionando la sua formazione sacerdotale prima di rientrare nel suo Paese. Lo abbiamo incontrato nel nostro pellegrinaggio a Fatima, organizzato dall'Opera Romana Pellegrinaggi. Per Don Nelson si è trattato della prima volta in Portogallo e della prima volta come assistente spirituale del gruppo.

Don Nelson, la prima esperienza come direttore spirituale di un pellegrinaggio, che tipo di esperienza è per un sacerdote?

Per prima cosa ringrazio Dio per questa esperienza, proprio per essere la prima esperienza come assistente spirituale di un pellegrinaggio. Penso che oggigiorno la comunità, la gente, ha molto bisogno di Dio, e la Chiesa offre questi mezzi per far sì che la comunità si incontri con quel Dio che ci ama tanto, con quel Dio che ha dato la sua vita per noi, e lo fa in questi santuari così importanti per la vita della Chiesa, come lo è il Santuario di Fatima. Sono molto contento di questa esperienza e soprattutto di condividere questo pellegrinaggio con la comunità italiana. Credo che tutto ciò mi aiuterà molto nella mia crescita spirituale e nella vita ministeriale come sacerdote e come uomo di fede.

Qui a Fatima il messaggio principale che si respira è un messaggio di misericordia, un messaggio che si lega all’Anno Santo che abbiamo appena concluso, anche se qui stiamo vivendo un altro Anno Santo, quello del Centenario delle Apparizioni.

Io credo che Fatima parli di per sé. Fatima parla di quel Dio che si rivela costantemente nella nostra quotidianità, nella vita ordinaria di ognuno. In quel Dio che rivela il suo amore per i suoi figli lo fa precisamente attraverso la sua Madre Santissima, Nostra Signora di Fatima. Fatima è un posto meraviglioso, si respira misericordia, si respira vita in comunità, allegria, ma innanzitutto speranza, di cui questo mondo ha tanto bisogno, così come ne abbiamo bisogno noi, in mezzo a tante difficoltà che si tessono oggi nel panorama attuale.

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Come si prepara un sacerdote a venire in un luogo come Fatima?

In primo luogo, considero che si abbia bisogno di una certa preparazione spirituale, perché, come dico sempre: “Io non posso parlare di Dio se io per primo non parlo con Lui”. Io sono un sacerdote che vivo di questo, non posso parlare di Dio ad altri se io per primo non lo faccio. L’orazione davanti al Santissimo, la Grazia dello Spirito Santo, lì è dove concentro le mie orazioni, chiedendogli che mi aiuti a parlare alla Comunità di Dio, proprio perché il senso del pellegrinaggio è questo: un camminare insieme, è portare per mano la comunità di fedeli all’incontro con Dio, alla Lettura della Parola di Dio. Sono molte cose che aiutano il sacerdote nella preparazione di un pellegrinaggio.

Questa preparazione viene usata come strumento di guida per quelli che sono affidati alla tua cura come assistente spirituale.

Si, come ho detto. Per poter condividere con loro l’allegria di Dio, io devo vivere nella mia vita, non soltanto tramite le parole, ma con fatti concreti quella presenza di Dio nella Storia della Salvezza e nella mia storia personale come sacerdote, come Figlio di Dio. Sono veramente felice. Sono arrivato in Europa per compiere i miei studi e questo è il primo santuario mariano europeo che visito. Più avanti, se Dio vuole, il Signore mi aiuterà a visitarne tanti altri e ad arricchire la mia esperienza sui santuari mariani in Europa.