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Finanze Vaticane, la riforma comincia ora

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Finanza Vaticana, a maggio attese altre novità. La pubblicazione degli Statuti del Consiglio per l’Economia, la Segreteria per l’Economia e il Revisore Generale dei Conti sono solo il primo passo di un sostanziale riformula mento degli enti della finanza vaticana. Passi avanti che erano contenuti già nella riforma di Benedetto XVI, e che ora vengono portati a compimento.

“Quello che è sostanzialmente cambiato è lo sfondo,” spiega ad ACIStampa una fonte vaticana. Che sottolinea come “per la prima volta, c’è un organo, il Consiglio per l’Economia, che dà degli indirizzi sulla based di standard internazionali riconosciuti.”

I tre statuti sono stati firmati il 22 febbraio e sono entrati in vigore il 1 marzo, dopo l’affissione nel Cortile di San Damaso. Sono tutti approvati ad experimentum, come di consueto. Ma finito il periodo di prova, ci sarà una nuova struttura della finanza vaticana.

Lo Statuto della Segreteria dell’Economia dà al dicastero guidato dal Cardinal George Pell le competenze di vigilanza e controllo “in materia amministrativa e finanziaria sui dicasteri della Curia Romana, sulle istituzioni collegate alla Santa Sede o che fanno riferimento a essa e sulle amministrazioni del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.”

La Segreteria di Stato mantiene la competenza esclusiva nella relazione con gli Stati, mentre la Segreteria per l’Economia si impegna a trattare nel debito conto l’autonomia e le competenze di ciascuno dei dicasteri sotto controllo.

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Come è composta la Segreteria per l’Economia? Ci sono due sezioni, una per “il controllo e la vigilanza” e una amministrativa, e ciascuna di queste è guidata da un prelato segretario. La prima controlla e vigila pianificazione, spesa, bilanci di previsione e consuntivi. La seconda sta soprattutto attenta che gli appalti non vengano assegnati in
maniera leggera, ma con prudenza e in modo economicamente vantaggioso, e darà direttive per ottimizzare la gestione delle risorse ed evitare gli sprechi.

Dal canto suo, il Consiglio per l’Economia – formato da otto prelati e sette laici – avrà il compito di dare le linee guida e di verificare Il Consiglio verificherà i bilanci preventivi e consuntivi annuali e consolidati. I bilanci saranno poi sottoposti
all'approvazione del Papa. Il Consiglio si riunirà quattro volte l'anno, e avrà una certa influenza su come verrà gestita la materia – ma non le competenze legislative.

L’ufficio del Revisore Generale sarà composto di tre persone, un revisore e due revisori aggiunti, e si occuperà di verificare tutti i bilanci.

In pratica, la struttura sarà così composta: a capo di tutto c’è il Santo Padre, sotto di lui il Consiglio per l’Economia, che dà linee guida e controlla il lavoro della Segreteria per l’Economia. La Segreteria a sua volta controlla i bilanci di tutti gli enti vaticani e anche di quelli del governatorato della Santa Sede. I revisori generali saranno una struttura a parte, completamente indipendenti.

La Segreteria per l’Economia non ha più la gestione degli immobili dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), funzioni che gli erano state trasferite con la riforma di luglio, pur mantenendo della sezione ordinaria dell’APSA tutte le competenze.

Da vedere se la gestione degli immobili passerà di nuovo sotto l’APSA, che potrebbe diventare una tesoreria centrale “ibrida”, oppure se sarà destinata a una nuova struttura, simile al Vatican Asset Management.

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Anche di quest’ultimo non c’è menzione negli Statuti. “Per ora è solo un’idea,” spiega una fonte ad ACIStampa. Il VAM sarà incaricato degli investimenti dall’Istituto delle Opere di Religione, ma in quale modo è ancora tutto da definire.

Il Consiglio per l’Economia sta ora lavorando ai nuovi statuti dell’APSA, che dovrebbero essere pronti a maggio. In quella data, dovrebbe anche essere decisa la soppressione della Prefettura degli Affari Economici, di cui la Segreteria per l’Economia ha preso molte funzioni.