“Di fronte a chi ritiene di non aver più futuro e si dibatte in gravissime sofferenze fisiche, psicologiche e spirituali c’è innanzitutto il senso di un profondo rispetto, di una grande vicinanza e solidarietà”. Sono le parole del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia in merito ad alcune vicende di stretta attualità, relative al fine vita, il suicidio assistito in Svizzera di Dj Fabo.

“Questi drammi e sofferenze – continua il Patriarca -  interpellano l’uomo in quanto tale, sia esso credente sia non credente. Chi segue e accompagna questi malati e i loro familiari constata come vi possano essere risposte fra loro differenti se non, addirittura, opposte. Rendere vivibile e dignitosa la vita umana anche in questi frangenti e nelle fasi di maggiore sofferenza: è questa la grande sfida di fronte alla quale tutti siamo doverosamente e appassionatamente impegnati e a cui sono chiamate a rispondere una scienza medica e una società che pongano l’uomo e la sua vita al centro di tutto, senza mai darsi per vinte”.

Conclude infine il Patriarca: “I limiti che accompagnano l’uomo e che l’uomo sperimenta costantemente lungo la sua esistenza - al di la dei diversi convincimenti culturali - portano a considerare l’esistenza di soglie, demarcazioni e delimitazioni che dicono qualcosa di significativo per l’uomo e il suo agire; ebbene, la vita è la più rilevante di queste soglie che identificano l’uomo. In alcun modo, poi, possiamo strumentalizzare il dolore e la disperazione di queste persone e dei loro familiari”.