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Francescani, prove di unità con la benedizione del Papa

Papa Francesco e i francescani | Papa Francesco tra i minori francescani in una foto del 2015 | LOR 2015 Papa Francesco e i francescani | Papa Francesco tra i minori francescani in una foto del 2015 | LOR 2015

Un "capitolo generalissimo" di tutti gli ordini francescani. Un convento misto di minori e conventuali da aprire ad Emmaus nel 2018. Il percorso di unificazione delle università francescane. Sono i temi di cui hanno parlato i ministri generali dei vari ordini francescani lo scorso 10 aprile dal Papa. Per "chiedere la sua benedizione", riferisce ad ACI Stampa padre Marco Tasca, ministro generale dei Frati Minori conventuali.

L'udienza si è tenuta lo scorso 10 aprile e l'obietttivo principale era, appunto, quello di raccontare a Papa Francesco il modo in cui i diversi rami francescani, da tempo divisi, stanno cercando di ritrovare una unità. Chiedendo al Papa un incontro con tutte le famiglie francescane il 29 novembre, giorno di tutti i santi francescani, per avere la sua benedizione.

“L’incontro è durato 35 minuti, ed è stato estremamente bello. Abbiamo chiesto al Papa di confermarci e di benedirci. Per noi era importante: San Francesco aveva per il Papa una attenzione e una obbedienza straordinaria, e noi ci siamo posti sulla sua strada”, racconta padre Tasca.

Insieme a lui, c’erano padre Michael Anthony Perry, Ministro Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori; padre Mauro Jöhri, Ministro Generale dell'Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini; padre Nicholas Edward Polichnowski, Ministro Generale del Terz'Ordine Regolare di San Francesco; padre Emili Turú Rofes, Superiore Generale dei Fratelli Maristi delle Scuole (Piccoli Fratelli di Maria).

In cosa consistono questi percorsi di unità? “Prima di tutto – dice padre Tasca – nel nostro percorso per unificare le Università Francescane, cominciato con un nostra lettera del 2015 in cui si delineava il percorso verso una unica Università Francescana a Roma, perché ad oggi ci sono due realtà accademiche a Roma: la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura, dei Frati minori conventuali, e la Pontificia Università Antonianum, dei Frati minori. Già abbiamo avviato una collaborazione con lo scambio di docenti”.

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Padre Tasca sottolinea poi di aver parlato con il Papa di due centenari che hanno caratterizzato questi anni. “Il 2016 era il VII centenario di Assisi, e le famiglie francescane di Assisi stanno camminando molto bene per pregare insieme: è importante dare segni concreti per mostrare che è possibile mettere insieme le differenze. In fondo, la nostra storia è abbastanza complessa”.

Una storia complessa che è mostrata da un altro centenario, quello della bolla di Papa Leone X Ite vos del 1517, detta anche Bolla unionis ma che invece produsse la separazione, ha dato ulteriore impulso al desiderio di camminare insieme e crescere nella comune vocazione e missione.

“Abbiamo cominciato il nostro percorso nel 2015, anno dedicato alla Vita Consacrata – racconta padre Tasca – e stiamo continuando il percorso.  Dal 29 maggio al 2 giugno 2017 si terrà un ‘Capitolo generalissimo’ che vuole proprio dare seguito alla convocazione del Capitolo richiesto 500 anni fa dalla Ite vos e mai attuato. L’incontro sarà ad Assisi, anche se in realtà ci riuniremo a Foligno, perché lì avremo più spazio per poterci riunire”.

Ci sarà anche un convento di tutte le famiglie francescane unite: sarà aperto ad Emmaus, nel 2018, e ospiterà sia Francescani minori che Francescani minori conventuali. Anche questo progetto è stato messo nelle mani del Papa.

Nello spirito di tornare alle origini, i Francescani hanno anche chiesto a Papa Francesco una eccezione al diritto canonico. “Agli inizi della storia francescana – racconta padre Tasca – i provinciali, che gestiscono un insieme di conventi (i cui superiori sono chiamati guardiani) potevano essere anche dei frati minori, non sacerdoti. Poi il diritto canonico ha stabilito che solo i sacerdoti possono avere questo tipo di incarichi di responsabilità. Noi vogliamo tornare alle origini. Vogliamo che tutti i frati possano accedere ad incarichi di responsabilità. Il Papa si è mostrato molto d’accordo”.

Al termine dell’incontro, padre Perry ha voluto relazionare a Papa Francesco del suo recente viaggio ad Aleppo, Damasco e Latakia, e ha riportato della situazione, facendo vedere anche un breve video. Racconta padre Tasca che padre Perry ha “portato un pezzo di pietra di una scuola di Aleppo distrutta, e il Papa vi ha messo la mano sopra, come se fosse una reliquia. Si è visto che è stato concentrato nel toccare la pietra, che partecipava”.

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“Quindi – continua padre Tasca - gli abbiamo chiesto del viaggio in Egitto. Lui ha detto, con tranquillità: ‘Io vado’. E ci ha riferito che il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, era partito per l’Egitto proprio in quel giorno, per preparare il terreno”.

Tra l’altro, c’è un altro centenario in vista per la famiglia francescana: l’VIII centenario della visita di San Francesco in Egitto, a Damietta, dove incontrò il sultano Malik al-Kamil. Il centenario cade nel 2019, ma ancora non è stato stabilito un preciso calendario di celebrazioni. “Si è stabilito un gruppo di lavoro, stanno elaborando alcune idee, alcune ipotesi. La cosa bella è che coinvolgerà tutta la famiglia francescana”, dice padre Tasca.

Ma perché il vento di unità è soffiato forte proprio in questo momento? Perché non prima?

Padre Tasca è che si può pensare ci sia “un fattore esterno, rappresentato dalla diminuzione delle vocazioni”. Ma – aggiunge – “io credo che il motivo vero è che stiamo rendendo conto che il nostro mondo è un mondo in cui differenze vengono negate, e che a causa delle differenze io posso arrivare ad ucciderti. Ci rendiamo conto che siamo chiamati a dare testimonianza di unità e di comunione in questo mondo, che è già di per sé lacerato, e diviso”. E poi “tra noi ministri generali si è creato un rapporto molto umano, personale, ci incontriamo ogni anno almeno 3-4 volte, sempre in spirito di comunione. Credo che questo semplifichi molto le cose. Il primo passo per accogliere le differenze è mantenere una relazione”.