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Francesco a Cuba, per confermare la sete di pace, libertà e riconciliazione

L'arrivo del Papa a Cuba |  | Alan Holdren /CNA L'arrivo del Papa a Cuba | | Alan Holdren /CNA

Qualche parola nel lungo volo tra Roma e L’ Avana il Papa l’ha detta. Ha parlato di pace, perché la gente è assetata di Pace.

Dieci minuti prima delle 16.00 a Cuba, in Italia sono quasi le 22, l’ aereo Alitalia atterra e Francesco ha dato una prima indicazione: porta con se il dolore dei rifugiati che percorrono l’ Europa. Parla dei rifugiati incontrati prima di partire “ Si poteva vedere il dolore sui loro volti. Questa parola, pace. Vi ringrazio per il vostro lavoro di ponti, piccoli ponti di pace . Perchè un piccolo ponte dopo l’altro si costruisce un grande ponte di pace.”

“Da alcuni mesi, siamo testimoni di un avvenimento che ci riempie di speranza: il processo di normalizzazione delle relazioni tra due popoli, dopo anni di allontanamento.” E’ la gioia del Papa per i cubani nel suo discorso di arrivo. “E’ un segno del prevalere della cultura dell’incontro, del dialogo, del «sistema della valorizzazione universale... sul sistema, morto per sempre, di dinastia e di gruppo» (José Martí, ibid.). Incoraggio i responsabili politici a proseguire su questo cammino e a sviluppare tutte le sue potenzialità, come prova dell’alto servizio che sono chiamati a prestare a favore della pace e del benessere dei loro popoli, di tutta l’America, e come esempio di riconciliazione per il mondo intero.”

Francesco ha ricordato gli 80 anni delle relazione diplomatiche tra Cuba e Vaticano, ha salutato Fidel, fatto inconsueto in un discorso di saluto, che con ogni probabilità andrà a trovare nella sua residenza a L’Avana, poi un pensiero a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.  “So che il loro ricordo suscita gratitudine e affetto nel popolo e nelle Autorità di Cuba. Oggi rinnoviamo questi legami di cooperazione e amicizia perché la Chiesa continui ad accompagnare ed incoraggiare il popolo cubano nelle sue speranze e nelle sue preoccupazioni, con libertà e con i mezzi e gli spazi necessari per far giungere l’annuncio del Regno fino alle periferie esistenziali della società.”

C’è il pensiero a Maria, Patrona di Cuba che “ha accompagnato la storia del popolo cubano, sostenendo la speranza che custodisce la dignità delle persone nelle situazioni più difficili e difendendo la promozione di tutto ciò che conferisce dignità all’essere umano. La devozione crescente verso la Vergine della Carità del Cobre è una testimonianza visibile della presenza della Vergine nell’anima del popolo cubano.”

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Pace, riconciliazione chiede il Papa per la nazione “che si affaccia verso tutte le direzioni, con uno straordinario valore come “chiave” tra nord e sud, tra est e ovest. La sua vocazione naturale è quella di essere punto d’incontro perché tutti i popoli si trovino in amicizia”. Il sogno di José Martí che cita ampiamente, e di Giovanni Paolo II. “Incoraggio- dice il Papa nel suo discorso all’aeroporto che porta il nome del grande eroe del “risorgimento” cubano-  i responsabili politici a proseguire su questo cammino e a sviluppare tutte le sue potenzialità, come prova dell’alto servizio che sono chiamati a prestare a favore della pace e del benessere dei loro popoli, di tutta l’America, e come esempio di riconciliazione per il mondo intero.” Parla della terza mondiale a pezzi il Papa e chiede la protezione della Vergine del Cobre.

E il pensiero è agli altri patroni cubani, “Olallo Valdés e José López Pieteira e del venerabile Félix Varela, grande propagatore dell’amore tra i cubani e tra tutti gli esseri umani, perché accrescano i nostri legami di pace, solidarietà e rispetto reciproco.”

Una banda militare, un gruppo di giovani che attende il Papa, i 21 colpi a salve dei cannoni, i saluti del Presidente Raul Castro: “ dimostra di amare profondamente la nostra patria”!

Castro ricorda l’incontro di maggio in Vaticano. “L’America Latina vuole avanzare nello sviluppo sociale” dice, cita i temi dalla Laudato sì, e l’analisi dei problemi della salvaguardia del creato.

Poi il tono diventa più politico, Raul cita il fratello Fidel e ricorda gli incontri dei Movimenti Popolari e i discorsi del Papa in quelle occasioni. Il resto è un po’ più simile ad un comizio per la difesa di una rivoluzione indifendibile, come indifendibile del resto sono stati gli anni di embargo contro la popolazione. Raul cita anche il venerabile Varela, e parla di un “sogno di pace” dell’ America Latina e dei Caraibi.

E poi un grazie per il sostegno per la normalizzazione tra Usa e Cuba. “ Risolvere i problemi e riparare le ingiustizie” dice e chiede che l’embargo “immorale illegale” deve cessare.

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Anche Castro parla degli 80 anni di relazioni diplomatiche, e parla della libertà religiosa come diritto costituzionale.

L’aeroporto dove il Papa è atterrato ha il nome  del patriota e poeta cubano, José Marti  vissuto nella seconda metà dell’ 800.

La Habana è la capitale della Repubblica di Cuba, principale città e porto dell'isola, è stata fondata il 16 novembre 1519 dallo spagnolo Diego Velázquez de Cuéllar. Attualmente i suoi abitanti sono quasi 2 milioni e mezzo.

Raul Castro è stato come il fratello studente in un collegio dei gesuiti, ed ha una particolare simpatia per Papa Francesco. “ Se continua così” ha detto lo scorso maggio “ potrei tornare a pregare”.

Dopo i saluti delle delegazioni si è svolto un breve incontro privato tra il Papa e il Presidente.

Subito dopo il Papa si reca in nunziatura per il riposo, un percorso in auto scoperta tr due ali di folla per le vie della capitale cubana. Ad accogliere Francesco nel giardino della nunziatura un gruppo di giovani che ha eseguito un canto.