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Francesco: il primo Papa che dedica all’arte un libro

La copertina del documentario "Papa Francesco, la mia idea di arte" |  | VG; ACI Stampa
La copertina del documentario "Papa Francesco, la mia idea di arte" | | VG; ACI Stampa
Proiezione del documentario "Papa Francesco, la mia idea di arte" |  | VG; ACI Stampa
Proiezione del documentario "Papa Francesco, la mia idea di arte" | | VG; ACI Stampa
Presentazione del documentario |  | VG; ACI Stampa
Presentazione del documentario | | VG; ACI Stampa

L’arte ha una dimensione salvifica e deve offrire a tutti consolazione e speranza. Per spiegare la sua idea di arte Papa Francesco utilizza un concetto: lo scarto. L’arte non deve scartare niente e nessuno. Come la Misericordia. Il pensiero di Francesco ci guida così in una sorta di galleria ideale, una galleria della “Misericordia”. E’ questo l’intento principale del documentario “La mia idea di Arte”: diffondere il messaggio del Pontefice argentino, l’arte come strumento di evangelizzazione e di contrasto alla cultura dello scarto.

Il Documentario è stato presentato in anteprima presso i Musei Vaticani ed è stato curato dall’autrice Tiziana Lupi. Il rapporto tra Chiesa e Arte è sempre stato molto stretto e molti pontefici hanno espresso il loro pensiero sull’arte e sulla sua funzione. Mai prima d’ora, però, un Papa aveva deciso di dedicare all’arte un libro.

Papa Francesco suggerisce in questo documentario una serie di opere per descrivere e spiegare al mondo la sua idea. Un itinerario ideale di capolavori, diverse espressioni del tema della Misericordia. Il Torso del Belvedere, la Dea che allatta un bambino, il Buon Pastore, l’Obelisco di San Pietro, La Deposizione del Caravagglio, la Vergine di Lujan di Alejandro Marmo, artista contemporaneo di riferimento del Pontefice, fino alla Renault 4 donata al Pontefice dal parroco veronese Don Renzo Zocca.

Dice chiaramente Francesco: “I musei devono accogliere le  nuove forme d’arte. Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo. Essere uno strumento di dialogo tra le culture e le religioni, uno strumento di pace. Essere vivi! Non polverose raccolte del passato solo per gli eletti e i sapienti, ma una realtà vitale che sappia custodire quel passato per raccontarlo agli uomini di oggi, a cominciare dai più umili”.

Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, intervenuta alla presentazione del documentario commenta: “ Come direttrice dei Musei del Papa sento viva la responsabilità di queste parole del Pontefice. Stiamo spalancando le porte alle persone di tutto il mondo, qui arrivano dai 5 continenti. Stiamo lavorando ogni giorno affinchè i Musei siano uno strumenti di cultura della pace: basta pensare alla mostra “La Menorà” che per la prima volta ha unito la comunità ebraica e quella cristiana. Penso anche alla collaborazione con la Cina, ai nuovi progetti. Essere vivi? Siamo più di 1000 persone, siamo una macchina che si fa sentiremo comunque! Inoltre il museo lo raccontiamo a tutti: attraverso il web, l’editoria, mille canali di comunicazione”.

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Il documentario è tratto dall’omonimo volume di Tiziana Lupi, intervenuta alla conferenza stampa ai Musei Vaticani: “Ho tradotto in immagini il pensiero del Papa sull’arte. Il suo artista di riferimento è Alejandro Marmo, fa lavorare i giovani che vengono considerati scari dalla società”.

L’artista argentino scelto da Papa Francesco, anche lui presente presso i Musei Vaticani, osserva: “Faccio della vita di questi ragazzi scartati dalla società, un sogno. Come l’arte. Provo a guarire la malinconia di tutti, questa è la mia arte”.

Alejandro con le sue opere ha creato il concetto di integrazione attraverso l’arte come metafora di sviluppo culturale e industriale.

Il documentario è stato autorizzato all’Iter per la presentazione ai premi Oscar 2018.