“Un mondo senza armi nucleari non è soltanto un ideale morale ma deve essere perseguito attraverso concrete iniziative politiche, soprattutto da parte delle potenze nucleari”. Perché “mentre è impossibile immaginare un mondo in cui le armi nucleari siano a disposizione di tutti, è ragionevole immaginare un mondo in cui nessuno le abbia e lavorare insieme per tale obiettivo”.

L’arcivescovo Paul Gallagher è intervenuto ieri alla cinquantanovesima conferenza generale dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea). Da parte del Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato è stato espresso il sostegno vaticano all’opera dell’Aiea, soprattutto quando “promuove la cooperazione internazionale nell’uso della tecnologia nucleare per scopi pacifici e per uno sviluppo umano integrale” e “impedisce la proliferazione nucleare”, perché “l’Aiea resta un’indispensabile agenzia per promuovere la sicurezza umana”.

Gallagher ha ricordato che “la logica della paura e dell’inganno devono essere sostituite con una nuova etica globale”. Serve “un’etica globale della responsabilità, della solidarietà e della sicurezza cooperativa adeguata al compito di controllare il potere della tecnologia nucleare affinché quest’ultima sia usata soltanto per scopi pacifici e non sia più una spada di Damocle che pende sulla terra”. E’ necessario pensare alla sicurezza di ogni Nazione, “ma ridurre la sicurezza alla sua dimensione militare è artificiale e semplicistico”.

Le tecnologie nucleari, se usate per scopi positivi, spiega invece il “ministro degli esteri vaticano”, “consentono a molti Stati di avvicinarsi alla realizzazione dei loro obiettivi di sviluppo e sono in linea con il richiamo di Papa Francesco contenuto nella sua recente Enciclica Laudato si’ per una gestione responsabile delle nostre risorse umane e naturali”. La prova è nelle applicazioni che “stanno migliorando l’agricoltura, il controllo dell’inquinamento, la gestione delle risorse idriche, la nutrizione e la sicurezza alimentare, e il controllo delle malattie infettive”.

“Va fatta – in questo caso - una speciale menzione dell’inestimabile contributo dell’Aiea nella lotta contro il cancro, uno dei grandi flagelli del genere umano, specialmente in alcuni dei Paesi più poveri del mondo. Questi e altri sforzi stanno migliorando la qualità della vita di milioni di persone”. Ecco perché “bisogna continuare a sostenere e rafforzare i contributi dell’Aiea allo sviluppo sostenibile”; perché lo stesso organismo “favorisce l’apertura di interessanti possibilità per controllare il potere della scienza e della tecnologia al fine di indirizzarlo ai pressanti problemi della povertà, della salute e del degrado ambientale”.