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Giornata Mondiale della Vista. Cardinale Turkson: “Risvegliamo la coscienza”

Cardinale Peter Turkson |  | Daniel Ibanez, ACI group Cardinale Peter Turkson | | Daniel Ibanez, ACI group

Un ringraziamento speciale a tutti coloro che nel mondo sono impegnati nella lotta contro la cecità. E’ questo l’intento principale del Messaggio del Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, in occasione della XXX Giornata Mondiale della Vista, che ricorre domani 12 ottobre. Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale organizza in Vaticano nel mese di Novembre 2017 un convegno internazionale sul tema: “Affrontare le disparità globali in materia di salute”.

“Il lavoro di cura della vista rientra pienamente in questa riflessione sull’equa distribuzione delle risorse sanitarie”, commenta il Cardinale Prefetto.

Il Prefetto ricorda anche nel suo messaggio alcuni numeri importanti: “Si stima che le malattie oculari siano oggi responsabili di 39 milioni di non vedenti e 246 milioni di ipovedenti: quest’ultimo numero raddoppia se si prendono in considerazione coloro che sono ipovedenti per la sola mancanza di occhiali. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte ai problemi della vista: 4 casi di cecità su 5 sono prevenibili o curabili, il 90% degli ipovedenti è concentrato nei Paesi poveri del Sud del Mondo, dove un bambino su due muore entro un anno da quando è diventato non vedente”.

Ma “l’origine dell’azione - scrive Bonhoeffer, citato nel testo dal cardinale Turkson - non è il pensiero, ma la disponibilità alla responsabilità”. Per questo il Prefetto spiega: “Ecco dunque il senso più profondo della Giornata Mondiale della Vista: i temi “Universal Eye Health” e “Make vision count” vogliono risvegliare la coscienza dell'opinione pubblica, sottolineare la necessità di cure oculistiche di qualità per tutti, far comprendere l'importanza della vista”.

“La vita di chi è cieco o ipovedente – continua il Cardinale Turkson nel messaggio - soprattutto se assommata a condizioni di povertà, può condurre all’emarginazione e mettere a rischio la vita stessa. È necessario intervenire sui fattori che maggiormente incidono sulle cause della cecità e dell’ipovisione fra i quali vi sono la mancanza di figure professionali preparate, la difficoltà ad accedere a cure adeguate, come anche i cambiamenti climatici che interferendo negativamente sull’ecosistema del pianeta, danneggiano la salute, soprattutto dei popoli più poveri della terra”.

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Conclude infine il Cardinale Turkson: “E’ necessario proclamare il “diritto alla vista” come diritto universale, vincolandolo ad un preciso e concreto “dovere” etico: creare i presupposti perché questo avvenga. Il coinvolgimento dei Governi dei Paesi poveri e la formazione del personale locale devono andare di pari passo con la creazione di strutture sanitarie decentrate e la condivisione di protocolli di assistenza basati sulla “best practice” internazionale. Per questo compito, la Chiesa chiede l’aiuto ed il coinvolgimento della rete degli ospedali cattolici nel mondo e l’esperienza delle più importanti organizzazioni non governative che si occupano di cecità. La sfida è dunque aperta: sappiamo che i risultati incoraggianti sino ad oggi ottenuti si scontrano con le nuove emergenze sanitarie legate alla povertà, alle migrazioni, all’invecchiamento”.