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Giornata per i bambini vittime, don Di Noto: "Usate i social responsabilmente"

Don Fortunato Di Noto | Don Fortunato Di Noto, con alcuni volontari, a San Pietro per la Giornata Bambini Vittime di Violenza  | Associazione Meter Onlus Don Fortunato Di Noto | Don Fortunato Di Noto, con alcuni volontari, a San Pietro per la Giornata Bambini Vittime di Violenza | Associazione Meter Onlus

Domenica si celebra la XXI Giornata ‘Bambini Vittime’ ed il momento centrale sarà a piazza san Pietro con la recita del ‘Regina Coeli’, che chiude le manifestazioni svoltesi in Italia dal 25 aprile sul tema: ‘I bambini sono i veri grandi’.

Ha spiegato don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore dell’associazione Meter Onlus: “Gesù attribuisce un’enorme importanza ai bambini, ammonendo i suoi discepoli a fare la stessa cosa. E lo devono fare tutta la Chiesa e la Società. I bambini per Gesù non sono un mero oggetto di cura e di premura, ma soggetti attivi, protagonisti dell’Amore di Dio, e del Suo mistero salvifico. In Gesù tutto cambia. I bambini da persone ‘minori’, da creature inferiori quali erano considerati, diventano preziosi: persone umane amate da Dio Padre, un Dio che si è fatto Bambino. Ecco perché i piccoli sono i veri ‘grandi’!.. Servire i piccoli, i bambini, è l’impegno di una nuova diaconia nella Chiesa e nella Società”.

Alcuni mesi prima della giornata don Fortunato Di Noto è giunto a Macerata, su invito di una rete di associazioni cattoliche per aiutare i genitori a riconoscere la Rete come opportunità, ma anche per mettere in ‘guardia’ dei lati oscuri. In particolare si era soffermato sull’attuale mutamento socio-comunicativo e fenomeno della pedofilia, che sta prendendo sempre più piede nel deep web e che rischia di imporsi nella società, come ‘nuova cultura’ e ‘forma di amore’ nei confronti dei bambini.

E’ stato questo uno dei motivi per cui ha fondato l’associazione ‘Meter’. “L’associazione Meter - ha raccontato - è nata contemporaneamente al mio ministero sacerdotale; quando andai nella parrocchia della Madonna del Carmine di Avola nel 1989 mi sono imbattuto nelle prime immagini pedopornografiche che circolavano in Italia ed ascoltando le tristi storie dei bambini. A quel punto non potevo non impegnarmi per la loro tutela, in cerca di una risposta alla domanda che nasceva dal dolore di questi bambini. Da lì in 25 anni di attività si è strutturata in una organizzazione ben definita, che dà un grande contributo alla Chiesa ed alla società italiana ed internazionale”.

Quali sono le cause che generano la pedofilia? E come si possono prevenire?

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“La pedofilia è una nuova forma di schiavitù, elaborata e con strutture criminali che sfruttano l’innocenza dei piccoli in molteplici forme per alimentare la perversione sessuale di tanti. La crescita del fenomeno è data dalla estrema fragilità emotiva ed affettiva in cui i bambini vivono. Anche l’avvento di Internet, positivo e dono di Dio (così come lo definiva san Giovanni Paolo II) ha amplificato il problema in merito alla pedopornografia e all’adescamento dei minori. Bambini orfani con genitori vivi, o bambini soli con genitori assenti e disattenti, bambini adultizzati, bambini oggetto e scarto della società. Il pedofilo è ad attendere di riempire questo vuoto ed è nella solitudine del bambino che il soggetto si inserisce. Lo fa cadere in una trappola emotiva che risulterà devastante e senza ritorno. Erroneamente si pensa che un bambino vittima di abuso sessuale, crescendo, dimentichi il trauma subito, il tradimento della sua fiducia e il fatto che la persona cui voleva bene si approfittava della sua ingenuità. Ma non è così, l’esperienza sul campo, riportata in tutti i manuali sull’argomento, ci insegna che le conseguenze sono a lungo termine, interessano cioè il futuro della sua vita sociale, sessuale, lavorativa, di coppia. Un patto educativo, non frammentato e che diventi prassi ordinaria nelle nostre comunità cristiana e nella società. Non possiamo agire solo per l’emergenza, o quando scoppia un caso. Più di 20 anni di esperienza Meter è la dimostrazione che è possibile iniziare ad agire e non a stare a guardare”.

Ultimamente la Chiesa ha alzato la ‘voce’ contro i sacerdoti che abusavano: come mai questo silenzio finora?

“Spero che la Chiesa dia sempre segnali chiari, perché essa deve diventare sempre una madre amorevole che accoglie i suoi figli e soprattutto accoglie chi ha subito gli abusi da parte di alcuni sacerdoti. Dobbiamo essere onesti, la Chiesa sta facendo molto ed in questi ultimi anni, specialmente con papa Benedetto XVI e con papa Francesco, ha dato ai vescovi indicazioni ben chiare. I vescovi non possono fare tutto e forse dovrebbero iniziare a creare appositi uffici pastorali preposti per far fronte ad eventuali esigenze da parte dei bambini ed alle famiglie, che non devono essere per forza legate all’abuso da parte dei sacerdoti. Certamente l’abuso da parte dei sacerdoti è una grande vergogna e scandalo, che non possiamo accettare, né tantomeno tollerare. Ognuno si assuma le proprie responsabilità!”

Quali sono i passi compiuti dalla Chiesa nella lotta alla pedofilia?

“La strategia della Chiesa, già da tempo, è molto decisa: dura condanna degli autori, vicinanza alle vittime e richiesta di giustizia, richiamo alla conversione e alla collaborazione con la giustizia come segno di responsabilità, non solo ecclesiale ma anche civile, impegno a non abbassare la guardia inserendo nelle azioni pastorali diocesane un sussulto educativo e programmatico per prevenire e informare sugli abusi. Una pastorale di prossimità e di aiuto alla promozione e alla tutela dell’infanzia in rete con la famiglia”.

Un attacco particolare avviene attraverso i social network: la famiglia come può difendersi?

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“I social network sono ormai il nostro ambiente e le nostre ‘piazze’: non c’è persona che non abbia profilo su facebook od altri social. Evidentemente bisogna utilizzarli con responsabilità ed intelligenza e soprattutto occorre che i social non prendano il sopravvento sulla vita reale, perché essa si misura anche su come utilizzo tale strumento. Quindi ci vuole responsabilità in quanto non possiamo più tornare indietro e far sì che i social diventino luoghi dove c’è l’identità delle persone non falsate e luoghi dove sia possibile costruire una società sempre migliore”.

Quali regole la famiglia deve conoscere?

“E’ bene ribadire che anche l’universo di Internet ha regole proprie e non sempre è tutto spazio per beneficenza: un profilo garantisce economia alle società, che sono commerciali, e la propria identità deve essere ben gestita. Non è vero che tutto ciò che si espone è bello. Occorrono prudenza, partecipazione dei processi cognitivi ed educativi, non abdicare al ruolo di essere genitori ed educatori. Internet è vuoto virtuale, riempito dall’uomo: dipende quale uomo e che cosa immetto e cerco. Una foto innocente e tenera può tramutarsi in oggetto erotico per i perversi e disturbati sessuali. Tutti possono sapere, guardare e carpire la nostra vita, anche intima, ma forse sarebbe bene concedere se stessi ha chi ci ama veramente”.