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Guadalupe, Alessandro e Lucien, tre laici alla gloria degli altari

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Tra i decreti che Papa Francesco ha autorizzato proposti dalla Congregazione delle Cause dei Santi ci sono tre laici la cui vita è un esempio contemporaneo di santità.

Iniziamo con Guadalupe Ortiz de Landázuri nata nel 1916 e morta 1975l laica dell’ Opus Dei.Il prelato dell’Opus Dei, Mons. Fernando Ocáriz, ha spiegato che “la gioia è un tratto centrale della vita di Guadalupe. Irradiava allegria cristiana nelle varie occupazioni della sua vita: come chimica, nelle faccende di casa, nell’insegnamento e nell’ampio e intenso impegno apostolico che svolse in Spagna, Messico e Italia.

L’esempio di Guadalupe ci ricorda che, quando Dio chiama alla santità, anche le cose più semplici acquistano un orizzonte ampio e bello, e sono motivo per avvicinare molte persone alla felicità dell’unione con Dio”. Il postulatore della causa, il sacerdote Antonio Rodríguez de Rivera, definisce Guadalupe come “una donna innamorata di Dio, piena di fede e di speranza, che con il suo lavoro ed ottimismo aiutò gli altri nelle loro necessità spirituali e materiali. Era evidente la gioia che impregnava tutto il suo agire, anche in situazioni particolarmente difficili”.   

Gaudalupe studia scienze chimiche, durante la Guerra Civile spagnola diede conforto a suo padre, che era militare, nelle ore precedenti alla sua esecuzione. Perdonò dal primo momento i responsabili. Agli inizi del 1944, attraverso un amico, conosce il fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá, che le insegna come il lavoro professionale e la vita quotidiana possono essere luogo di incontro con Cristo. In Messico collabora al lavoro apostolico dell’Opus Dei. Fu una delle artefici del Centro di Studi e Ricerche di Scienze domestiche. Come conseguenza di una malattia cardiaca, morì a Pamplona, in fama di santità, il giorno della festa della Vergine del Carmelo nell’anno 1975. Aveva 59 anni.

Laico è anche Alessandro Nottegar nato a Verona il 30 ottobre del 1943, la sua famiglia lo manda a studiare nel collegio dei Servi di Maria ma, Alessandro capisce che la sua chiamata non è il sacerdozio, bensì la famiglia: vuole servire il Signore nel matrimonio e condividere con gli altri i doni che ha ricevuto. Si iscrive in Medicina, nel ‘71 si sposa con Luisa che condivide i suoi ideali e che gli darà tre bambine.  Si laurea nel '77 e nel ‘78 parte con la famiglia per il Brasile dove vivrà quattro anni, servendo i malati più poveri e i lebbrosi.

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Tornato in Italia, dopo quattro anni di missione, trova lavoro presso l'ospedale di S. Bonifacio 

Intanto, sentendo la chiamata a vendere tutto ciò che ha  per seguire il Signore con la sua famiglia e iniziare una nuova comunità, egli vende i campi ereditati dal padre e il 15 agosto del 1986, nasce la Comunità Regina Pacis.  Il 19 settembre ‘86, al ritorno dal suo lavoro in ospedale, Alessandro muore improvvisamente stroncato da un infarto. Ha solo 42 anni. Luisa si trova sola con le tre figlie nella nuova Comunità, iniziata da poco più di un mese. La stessa sera una giovane coppia, Mario e Rita Granuzzo, decide di andare a vivere con lei.

É storia di martirio quella di Lucien Botovasoa nato nel 1908 a Vohipeno, un comune rurale del sudest del Madagascar, nella Provincia di Fianarantsoa.

Nel 1918 inizia a studiare nella scuola statale per passare nel 1920 al Collegio San Giuseppe di Ambozontany retto dalla Compagnia di Gesù. Nel 1928, al termine degli studi, consegue il Diploma di Abilitazione all’Insegnamento e già nel mese di ottobre dello stesso anno diviene insegnante parrocchiale di Vohipeno, facendo suo il motto della Compagnia di Gesù: Ad maiorem Dei gloriam. Il 10 ottobre 1930 sposa Suzanne Soazana nella chiesa parrocchiale di Vohipeno e il 2 settembre dell’anno successivo nasce Vincent de Paul Hermann, il primo dei loro otto figli, di cui cinque soltanto sopravvivranno.  Nel 1940 il Servo di Dio si imbatte nella Regola del Terz’Ordine Francescano che diviene il suo testo di studio e di meditazione,  inizia a condurre una vita povera, nella spiritualità francescana. Dopo la Seconda Guerra Mondiale nella regione in cui vive il Servo di Dio nel 1946 diventa Re Mpanjaka del Clan di Ambohimanarivo Tsimihoño, sostenitore dei gruppi indipendentisti. Anche a Vohipeno lo scontro tra le due opposte fazioni genera atti di violenza. Il 30 marzo 1947, Domenica delle Palme, le chiese vennero date alle fiamme e cominciò la caccia ai cristiani.

Il Re Tsimihoño, considerando il rispetto che la gente di Vohipeno, cattolici e non, aveva per il “maestro cristiano” Lucien Botovasoa, progettò di catturarlo facendolo ritornare al villaggio minacciando, se non avesse obbedito al suo ordine, di massacrare la sua famiglia. Il Servo di Dio consapevole di ciò che stava per succedere, affidò al fratello la sua sposa e i suoi bambini e fece ritorno a Vohipieno. Verso le ore 21 del 17 aprile 1947 suo fratello, André e due cugini, sotto la minaccia di morte, furono incaricati di arrestarlo. Condotto nella casa del re Tsimihoño senza un processo formale fu condannato a morte. Giunto sul luogo dell’esecuzione si inginocchiò e fu decapitato mentre pregava per i suoi assassini. Il corpo fu gettato nel fiume.