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Il Cardinale Montenegro: "L'Europa sembra l'unione degli egoismi"

Il Cardinale Francesco Montenegro |  | Alexey Gotovsky/CNA Il Cardinale Francesco Montenegro | | Alexey Gotovsky/CNA

"I valori di 60 anni fa contenuti nella Carta di Roma rischiano di essere messi in discussione dalla cultura della chiusura, degli interessi particolari e dell’esclusione. La parola chiave necessaria in Europa è invece solidarietà". Ne è convinto il Cardinale Francesco Montenegro, Presidente della Caritas Italiana e Arcivescovo di Agrigento, intervenuto ieri al seminario Caritas "Per un’Europa no exit. Un’unione dei diritti, dell’accoglienza, dell’inclusione". "L’acronimo Ue - ha spiegato il porporato - mi verrebbe da tradurlo oggi con Unione degli egoismi".

Secondo il Cardinale "ci sono tanti egoismi nei singoli Stati. Il mondo è diviso tra ricchi e poveri, tra ricchi e che dialogano tra loro e poveri scartati. Le politiche vengono attuate solo in difesa dei propri interessi ma non guardano al bene comune".

Non è mancato nella relazione del Cardinale Montenegro, che ha Lampedusa nella sua Diocesi, un passaggio sulla questione migranti: "l’Italia sta facendo la sua parte, ma se fosse insieme agli altri sarebbe meglio. Se si guardasse oggettivamente al fenomeno ci renderemmo conto che gli immigrati portano anche benessere e ricchezza, perché stanno riempiendo buchi e facendo lavori che non vuole fare più nessuno: dobbiamo rendere i governi e le istituzioni più consapevoli dei cambiamenti che stanno avvenendo nei nostri territori e offrire risposte adeguate in termini di politiche di inclusione sociale e lotta alla povertà".

E a meno di 20 giorni dal referendum sulla riforma costituzionale, il presule ha osservato che "ognuno deve saper scegliere: importante è non andare a pelle né per il no, né per il sì e ragionarci sopra. Perché sono responsabilità che si assumono ed è troppo facile dire dopo ma io non volevo oppure ma io volevo...".

Il bene comune è quello che conta e il porporato usa una metafora: "chiunque al mercato presenta la sua merce gridandone la bontà, però quando si prende in mano la frutta ci si accorge se è davvero buona. Adesso tutti gridano. Forse si chiede maggiore chiarezza per sapere quale prodotto sarà consegnato".

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