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Il cardinale Ortega di Cuba va in pensione, ha accolto tre Papi

Il cardinale Ortega y Alamino |  | Aciprensa Il cardinale Ortega y Alamino | | Aciprensa

La vita del cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, arcivescovo di San Cristóbal de la Habana non è stata davvero banale. E oggi ad 80 anni compiuti lascia il suo incarico di pastore. A sostituirlo sarà l’attuale arcivescovo di Camagüey, Juan de la Cardia Garcia Rodriguez.

Cambia tutto a Cuba che negli ultimi anni ha preso un ruolo geopolitco nuovo per volontà di Papa Francesco. Il cardinale Ortega, che ha ricevuto tre pontefici nella sua isola, ha in qualche modo portato a termine il suo compito, quello di aprire il mondo a Cuba e Cuba al mondo come gli aveva chiesto Giovanni Paolo II.

Un anno dopo la storica visita di Giovanni Paolo II il cardinale, di passaggio a Roma, in una intervista al mensile 30 Giorni tracciava il primo bilancio: “La preparazione della visita del Papa, che è durata un anno, ha creato nuove opportunità per la Chiesa, non solo in riferimento alla sua attività pastorale ma anche per quanto riguarda le relazioni necessarie da stabilire con le autorità del Paese per preparare la visita. Questo ha creato un tipo di relazioni più fluide.

La Chiesa nella sua attività missionaria ha espletato un gran lavoro di visite casa per casa per informare sulla persona e sul messaggio del Papa. È stata una vera missione porta a porta che ha coperto tutto il Paese. Prima della visita ci sono state anche celebrazioni pubbliche dell’eucarestia a L’Avana e in altre città. Si è avuto pertanto un miglioramento della possibilità per la Chiesa di farsi presente tra il popolo, nella società. Dopo la visita, questo processo è continuato. Non ci sono stati, cioè, passi indietro, c’è lo stesso spirito missionario, la creazione sempre crescente di luoghi di preghiera, di incontro, in case dove si riceve la catechesi, si prega insieme e si ricevono i sacramenti.

Ciò fa sì che molti luoghi dove non c’è una chiesa abbiamo la possibilità di costituire piccole comunità cristiane, di cinquanta-settanta persone, che si riuniscono e che conoscono la Parola di Dio. Questo spirito missionario è continuato, anzi si è ampliato dopo la visita. Ad agosto c’è stata la processione della patrona nella città di Santa Clara. A settembre, in occasione della festività della Vergine della Carità, ci sono state processioni a L’Avana e in altre città con una spontanea partecipazione popolare. In quella occasione mi è stata concessa anche l’opportunità di leggere un messaggio di un quarto d’ora a tutto il popolo cubano dalla radio di Stato”.

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Jaime Lucas Ortega y Alamino è figlio di un lavoratore dello zucchero, studia nel Seminario diocesano di San Alberto Magno, diretto dai Padri delle Missioni straniere del Québec e proprio in Canada completa i sui studi. Nell’81 diventa arcivescovo di San Cristóbal de la Habana, nel ’94 è creato cardinale.

Presidente della Conferenza episcopale cubana e vicepresidente del Celam, Ortega è diventato un simbolo e un riferimento per Cuba. Ed è lui che nel 2012 accoglie Benedetto XVI in in contesto politico e religioso del tutto nuovo soprattutto per la espressione pubblica che la fede ha raggiunto negli anni, in parte grazie proprio alla visita di Giovanni Paolo II. In una intervista in preparazione della visita ricordava che “il numero di sacerdoti e religiose è cresciuto. È stato costruito un nuovo Seminario nazionale all’Avana, la Chiesa ha varie pubblicazioni diffuse e apprezzate. È cresciuto il numero di aspiranti al sacerdozio, la Chiesa ha un accesso maggiore, sebbene ancora non sistematico, ai mezzi di comunicazione, le espressioni pubbliche di fede sono ormai abituali.

Come dimostra il pellegrinaggio nazionale compiuto dall’immagine della Vergine della Carità del Cobre che, per 15 mesi e oltre 30mila chilometri di itinerario, ha catturato l’attenzione di milioni di cubani. La partecipazione è stata straordinaria sia per la quantità sia per il trasporto con cui i fedeli hanno vissuto l’evento. Il tema religioso non è più un tabù o un fatto relegato nella sfera privata. La fede ha una presenza sociale”.

Significativo anche il ruolo che il cardinale ebbe nel 2010 per la liberazione di un numeroso gruppo di detenuti.

Infine i due viaggi di Francesco, il primo pastorale all’ isola caraibica e il secondo più politico e con un risvolto ecumenico quando Francesco ha deciso di usare l’aeroporto di Cuba per incontrare il Patriarca ortodosso di Mosca Cirillo.

Il cardinale ha lavorato molto a Cuba, ma anche in Curia molti lo hanno considerato uno dei grandi elettori di Papa Francesco. Fu lui a distribuire il testo dell’intervento del cardinale Bergoglio alle Congregazioni Generali. Un testo che fece molta presa e che rese Bergoglio un papabile.

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E’ certo che Ortega non rimarrà inattivo anche ora da ottantenne.