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Il Cardinale Sandri, per non dimenticare i sacerdoti rapiti in Siria

Un momento dell'incontro |  | Cco
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La copertina del libro |  | Cco
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Sono passati poco più di tre anni dal rapimento di Padre Paolo Dall’ Oglio in Siria, e qualche giorno  fa prima della GMG, una delegazione di esponenti della Chiesa Siro-Ortodossa, impegnati a tenere desta l’attenzione sul dramma dei Vescovi e dei sacerdoti rapiti in Siria da tre anni, è stata ricevuta in Vaticano dal cardinal Sandri Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali.

Tra loro il Corepiscopo Samuel Gumus, Arciprete Siro-Ortodosso a Dusseldorf (Germania),  Mikael Oez, sacerdote siro-ortodosso, docente presso la London University (UK), Robert Halef, Membro del Parlamento Svedese, fedele della chiesa Siro-Ortodossa e  Fahim Ibrahim, nipote del Vescovo rapito, residente in Florida.

Secondo la nota ufficiale nel colloquio “sono state rinnovate le espressioni di riconoscenza per la vicinanza sin da subito espressa dalla Santa Sede e da Papa Francesco, attraverso ripetuti appelli e inviti alla preghiera e alla solidarietà”. La delegazione ha portato in dono al Cardinale Sandri, il  libro biografico  Mor Gregorios Yohanna Ibrahim – Pluralism, Dialogue and Co-Existence, realizzato per raccogliere numerose testimonianza sul Metropolita Siro-Ortodosso di Aleppo e presentato nello scorso mese di maggio presso la London University cui ha contribuito anche il cardinale.

“Scrivo questo messaggio - dice il testo del Prefetto delle Chiese Orientali- colmo della speranza che nessuna mano si sia levata per togliere la vita al nostro fratello, amico e padre, il Metropolita Mar Gregorios, ma che egli sia tenuto prigioniero e che un giorno possa essere restituito al nostro sguardo e al nostro affetto. Egli è stato rapito, proprio mentre cercava di essere “custode e fratello” di altri sacerdoti rapiti e per i quali cercava di ottenere il rilascio”. Con una nota personale: “In me è sempre vivo il ricordo di Mar Gregorios, accanto alla preghiera per lui, grazie ad alcune occasioni di conoscerci che il Signore ci ha donato: la prima, nel 2008, a Cipro, durante l’Incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, la seconda, nel gennaio 2011, quando mi recai ad Aleppo per consacrare la nuova cattedrale del Vicariato Apostolico Latino, e Mar Gregorios era tra i Vescovi che mi accolsero e che potei salutare. Ma soprattutto voglio riferirmi al messaggio che egli volle rivolgere davanti al Santo Padre Benedetto XVI, e a tutti i Padri dell’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, nell’ottobre 2010.

Egli parlò del dramma dell’emigrazione dei cristiani dal Medio Oriente – e non c’era ancora state le “primavere arabe” e i conflitti in Siria, Iraq, Libia…! – auspicando una conferenza speciale internazionale; fece una supplica per il cammino di unità tra le Chiese, chiedendo di studiare il rapporto, e la possibile separazione, tra comunione ed autorità; si disse convinto che il nemico più pericoloso che cristiani e musulmani devono affrontare è quello dell’ignoranza, che domina i discorsi religiosi creando tensioni, instabilità e conflitti”.

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Il testo del cardinale si conclude con le parole di Papa Francesco: “Non posso rassegnarmi ad un Medio Oriente senza cristiani”! E noi gli facciamo eco: “non possiamo rassegnarci ad un Medio Oriente cristiano, senza Mar Gregorios e gli altri Vescovi e sacerdoti ancora in mano dei sequestratori!”.