Advertisement

Papa Francesco lava i piedi ai detenuti di Paliano, tra i dodici un convertito dall'Islam

Papa al carcere di Paliano |  | OR
Papa al carcere di Paliano | | OR
La messa del Papa nel Carcere di Paliano   |  | Osservatore Romano
La messa del Papa nel Carcere di Paliano | | Osservatore Romano
La messa del Papa nel Carcere di Paliano   |  | Osservatore Romano
La messa del Papa nel Carcere di Paliano | | Osservatore Romano
La messa del Papa nel Carcere di Paliano   |  | Osservatore Romano
La messa del Papa nel Carcere di Paliano | | Osservatore Romano
Doni dei carcerati di Paliano a Papa Francesco |  | Segreteria per la Comunicazione
Doni dei carcerati di Paliano a Papa Francesco | | Segreteria per la Comunicazione
Doni dei carcerati di Paliano a Papa Francesco |  | Segreteria per la Comunicazione
Doni dei carcerati di Paliano a Papa Francesco | | Segreteria per la Comunicazione

E’ il terzo Giovedì Santo in un carcere per Papa Francesco. Questa volta è la cappella della Casa di Reclusione di Paliano, in Provincia di Frosinone e Diocesi di Palestrina, ad ospitare la messa “in Coena Domini”, primo atto dei giorni che commemorano la passione in vista della Pasqua. Il Papa lava i piedi a dodici detenuti e detenute, ripetendo il gesto compiuto da Gesù agli Apostoli.

Un pomeriggio dedicato tutto ai detenuti che il Papa ama e che sono alle prese con un percorso di ricostruzione della propria dignità. Del resto, come ha più volte detto Francesco, la prigione non può essere un luogo di degrado per le condizioni prive di umanità che talvolta si possono sperimentare ma di rieducazione e reinserimento sociale.

Papa Francesco a Paliano lava i piedi a 12 detenuti fra i quali tre donne e un convertito dall’Islam che sarà battezzato a giugno; un argentino, un albanese e il resto italiani. Tra questi, due sono condannati all’ergastolo e tutti gli altri dovrebbero finire di scontare la pena tra il 2019 e il 2073. Altri due detenuti, un uomo e una donna li incontrerà separatamente perché in regime di isolamento, così come vedrà separatamente gli otto ospiti affetti da tubercolosi.

Li amò sino alla fine. Papa Francesco parte da questo versetto del Vangelo per la sua omelia ai detenuti, trasmessa in differita dalla Radio Vaticana: "Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Dio ama cosi, sino alla fine. E dà la vita per ognuno di noi e si vanta di questo e vuole questo perché Lui ha amore, amare sino alla fine non è facile. Tutti noi siamo peccatori e tutti abbiamo limiti e difetti. Tutti sappiamo amare, ma non siamo come Dio, che ama senza guardare le conseguenze".

Il Pontefice poi spiega l'importanza del gesto della "lavanda i piedi" e racconta: "Quella di lavare i piedi era un abitudine che si faceva all'epoca di Gesù, prima dei pranzi e delle cene, perché non c’era l’asfalto e la gente veniva con tanta polvere. E uno dei gesti per ricevere persone a casa era lavargli i piedi, ma questo lo facevano gli schiavi. Gesù capovolge tutto e lo fa Lui. Lui. Simon Pietro non voleva farglielo fare, ma Gesù gli spiegò che era cosi, che Lui è venuto al mondo per servire e servirci. Farsi schiavo per noi. Amare sino alla fine".

Advertisement

“Oggi - continua Francesco nella sua omelia - nel cammino, quando arrivavo, c’era gente che salutava: Ma, viene il Papa, il capo. Il capo della Chiesa …. Il capo della Chiesa è Gesù, eh! Non scherziamo. Ma il Papa è la figura di Gesù e io vorrei fare lo stesso che Lui ha fatto. In questa cerimonia, il parroco lava i piedi ai fedeli: si capovolge”.

Durante l'omelia inoltre Papa Francesco fa un invito ai detenuti di Paliano: "Io non vi dico adesso di lavarvi i piedi tra voi, ma è il simbolo. Se voi potete fare un aiuto, un servizio, al vostro compagno qui in carcere, fatelo. Perché questo è amore, è come lavare i piedi. Una volta i discepoli litigavano fra loro, tra chi fosse il più importante, ma Gesù disse: chi vuole essere più importante deve farsi il più piccolo. Tutti noi siamo poveri, ma lui ci ama cosi come siamo. Non è una cerimonia folclorica questa, è un gesto per ricordare quello che ha dato Gesù. Oggi pensiamo all’amore di Dio soltanto".

La Casa di Reclusione di Paliano si caratterizza per essere l’unico Istituto in Italia che è riservato in particolare ai collaboratori di Giustizia. Gli interventi e le attività dei trattamenti (lavoro, istruzione, formazione, attività culturali, ricreative, sportive, religiose, rapporti con la famiglia) sono inseriti in un progetto organico, il “Progetto d’Istituto”. La Direttrice, Nadia Cersosimo, parla di "iniziative che evitano l’ozio, riducono le distanze, abbattono i pregiudizi e aprono la strada al reinserimento”.

Fra i corsi di formazione predisposti ci sono: un laboratorio di iconografia, un corso di ceramica, un laboratorio di pizzeria e pasticceria, un laboratorio di falegnameria e restauro, un’area agricola con produzione biologica, una zona dedicata all’allevamento di capre, conigli, polli e maiali ed una zona apiaria, con la produzione di miele. Ogni anno un progetto in partnership con Poste Italiane prevede la realizzazione da parte dei reclusi di cartoline e bollo per l’annullo filatelico. Oltre alla formazione professionale, è ampiamente favorita la destinazione dei detenuti all’espletamento di attività lavorative che costituiscono, per la Direzione del Centro, elemento fondamentale del trattamento.

Secondo quanto riporta la Radio Vaticana, è stata preparata una sacrestia ad hoc con arredi molto semplici e il Papa entra nella cappella da quella che è stata la Porta Santa del Giubileo della Misericordia. Gli ospiti non sono nuovi a momenti forti come questi. In passato qui sono venuti i ragazzi del Centro San Lorenzo con la Croce della Gmg e sempre qui ha fatto tappa la Madonna pellegrina e il Giubileo della Misericordia è stato vissuto con grande intensità.

I detenuti di Paliano – informa la Sala Stampa Vaticana - hanno preparato per il Papa diversi doni: prodotti del loro orto biologico, manufatti in ulivo, una mantella in lana bianca, dolci, ecc.

More in Vaticano

Prima di recarsi al carcere, nel giorno del giovedì santo in cui la Chiesa ricorda l’istituzione del sacerdozio, il Papa ha voluto vivere anche un particolare momento di comunione con dieci parroci romani, preti diocesani e religiosi. Nell’abitazione dell’Arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, il Pontefice ha pranzato con loro e, in un clima di fraternità, i sacerdoti hanno raccontato le loro esperienze pastorali e i diversi problemi delle loro parrocchie.

Il Papa è rientrato in Vaticano alle 19.15.