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Il Giubileo Diocesano: Assisi-Nocera-Gualdo. Parla Mons. Sorrentino

Mons. Sorrentino, Vescovo di Assisi |  | Diocesi di Assisi Mons. Sorrentino, Vescovo di Assisi | | Diocesi di Assisi

L'itinerario giubilare questa domenica ci porta in Umbria. Acistampa ha intervistato Monsignor Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino per scoprire le iniziative diocesane giubilari della Diocesi.

Papa Francesco ha voluto che ogni Diocesi potesse celebrare a livello locale il Giubileo con l'apertura di una Porta Santa in ogni cattedrale. La Sua Diocesi come sta vivendo questo Anno Santo?

In Diocesi abbiamo aperto tre Porte Sante: quella della Cattedrale di San Rufino, e poi una porta Santa nelle due Basiliche di San Francesco e Santa Maria degli Angeli. Considerando che il periodo invernale non era particolarmente favorevole, il riscontro che ho avuto finora mi sembra molto positivo. Alle Basiliche accorrono, come sempre, i pellegrini provenienti da altre diocesi. Ad essi proponiamo un “itinerario francescano della misericordia”. In Cattedrale hanno già completato il ciclo dei pellegrinaggi i fedeli dei cinque vicariati di cui si compone la Diocesi. Ogni volta è stata un’esperienza molto bella, partecipata e fruttuosa. A tutti spiego, tuttavia, che l’Anno Giubilare non si riduce a una celebrazione, ma è piuttosto un cammino.

Quali sono le iniziative messe in campo dalla Diocesi? Il Papa richiama spesso alle opere di misericordia. Come vi siete attrezzati per rispondere a questo appello?

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Alla Cattedrale abbiamo annesso un “atrio” simbolico, individuando un luogo della carità da visitare prima o dopo aver attraversato la Porta Santa. Il luogo è l’Istituto Serafico, dove accogliamo ragazzi con pluridisabilità, e che lo stesso papa Francesco visitò il 4 ottobre 2013. Una maniera per vivere il programma dell’Anno della Misericordia, che ci spinge a chiedere la misericordia di Dio, ma anche a fare misericordia. Naturalmente l’Istituto Serafico è solo uno dei luoghi della carità. In Diocesi ne abbiamo tanti, gestiti dalla Caritas. Si cerca poi di far capire a tutti che la carità non si riduce all’elemosina, ma è condivisione. Stiamo per questo spingendo a un salto di qualità, proprio in termini di condivisione, le piccole comunità parrocchiali che chiamiamo Comunità Maria Famiglie del Vangelo. Si tocca infine anche il livello della “carità politica”, attraverso la nostra Scuola socio-politica Giuseppe Toniolo, dove impariamo a guardare ai problemi della società con occhi ben attrezzati nella lettura della realtà e con la volontà di affrontarli anche a livello politico.

Laicato e giovani sono due realtà fondamentali per la vita della Chiesa. Come si stanno impegnando i laici e i giovani nella Diocesi in questo Anno Santo?

I giovani hanno avuto il loro giubileo specifico. Stanno facendo poi il loro percorso pastorale annuale, e si preparano alla GMG di Cracovia. Sarebbe bello averne tanti di più, ma facciamo anche qui fatica ad intercettare la situazione giovanile. Molti però sono i giovani che vengono ad Assisi dall’Italia e dal mondo attratti da Francesco. Quanto al laicato, esso si ritrova impegnato, oltre che nei giubilei vicariali, anche in giubilei specifici, come quello del mondo del lavoro, della scuola, dei militari, dello sport ecc. In più, stiamo cercando di stimolare una nuova coscienza laicale attraverso il Sinodo diocesano, di cui darò a breve le conclusioni con il Libro del Sinodo.

Che impulso sta dando e darà il Giubileo alla Sua Diocesi?  Il Giubileo quali segni lascerà alla vita della Diocesi?

Credo che lascerà il segno. Il tema della misericordia è stato veramente ispirato, e avverto nell’aria un sentimento di adesione profonda. Me ne accorgo non soltanto dalle iniziative liturgiche ufficiali, ma anche dal fatto che molti aderiscono ad alcune proposte di impegno più personale che io stesso sto seguendo. Mi riferisco in particolare alla lectio divina che tengo ogni domenica pomeriggio in cattedrale, restando poi a disposizione per le confessioni. L’annuncio dell’amore misericordioso di Dio fa la differenza. Tocca i cuori.

 

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