“Tutti abbiamo bisogno di essere guariti siamo tribolati, siamo sconvolti, siamo perseguitati, colpiti come manifestazione della nostra debolezza, della debolezza di Paolo, manifestazione della creta. E questa è la nostra vulnerabilità”. 

Papa Francesco lo ha detto questa mattina nella omelia della Messa celebrata a Santa Marta come riporta la Radio Vaticana. Commentando le scritture il Papa ha detto: “Quando insomma diciamo: “non sono fatto di creta”, ho “un tesoro mio”, “Questo è il cammino, è la strada verso la vanità, la superbia, l’autoreferenzialità di quelli che non sentendosi creta, cercano la salvezza, la pienezza da se stessi. Ma la potenza di Dio, è quella che ci salva”. E aggiunge: “ Noi abbiamo un tesoro in vasi di creta. Ma la tentazione è sempre la stessa: coprire, dissimulare, non credere che siamo creta. Quella ipocrisia nei confronti dei noi stessi”.

Il Papa dice che dobbiamo accettare debolezza e vulnerabilità, anche se risulta “difficile” farlo: è qui che entra in gioco “la vergogna”: “E’ la vergogna, quella che allarga il cuore perché entri la potenza di Dio, la forza di Dio. La vergogna di essere creta e non essere un vaso d’argento o d’oro. Di essere creta. E se noi arriviamo a questo punto, saremo felici. Saremo molti felici”.

Sta quindi nella “generosità” il riconoscere “di essere vulnerabili, fragili, deboli, peccatori”. Soltanto se noi accettiamo di essere creta, conclude il Pontefice, la “straordinaria potenza di Dio verrà a noi e ci darà la pienezza, la salvezza, la felicità, la gioia di essere salvati”, ricevendo così il “tesoro” del Signore.