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Il Papa ai Riformati: nel deserto spirituale dobbiamo essere anfore che dissetano

L'udienza del Papa  |  | Osservatore Romano L'udienza del Papa | | Osservatore Romano

“Oggi sperimentiamo spesso una “desertificazione spirituale”. Soprattutto là dove si vive come se Dio non esistesse, le nostre comunità cristiane sono chiamate ad essere “anfore” che dissetano”. Il Papa lo ha detto ricevendo in udienza una Delegazione del Direttivo della Comunione Mondiale delle Chiese Riformate.

Francesco ha definito l’incontro di oggi “un ulteriore passo del cammino che caratterizza il movimento ecumenico” e ha ricordato l’incontro con Benedetto XVI, e l’ “avanzamento verso il traguardo dell’unità dei cristiani” che “è stata di incoraggiamento per molti nel cammino ecumenico”.

Il Papa ricorda Giovanni PaoloII e la recente conclusione della quarta fase del dialogo teologico tra la Comunione Mondiale delle Chiese Riformate e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sul tema La giustificazione e la sacramentalità: la comunità cristiana come operatrice di giustizia: “Mi rallegro nel constatare che il rapporto finale ben sottolinea il legame necessario tra la giustificazione e la giustizia.

La nostra fede in Gesù, infatti, ci spinge a vivere la carità mediante gesti concreti, capaci di incidere sul nostro stile di vita, sulle relazioni e sulla realtà che ci circonda. In base all’accordo sulla dottrina della giustificazione, esistono molti campi in cui riformati e cattolici possono collaborare per testimoniare insieme l’amore misericordioso di Dio, vero antidoto di fronte al senso di smarrimento e all’indifferenza che sembrano circondarci”.

Il Papa conclude che non è possibile “comunicare la fede vivendola in maniera isolata o in gruppi chiusi e separati, in una sorta di falsa autonomia e di immanentismo comunitario. Così facendo non si riesce a rispondere alla sete di Dio che ci interpella e che emerge anche da molteplici nuove forme di religiosità”.

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E per questo c’è un “urgente bisogno di un ecumenismo che, insieme allo sforzo teologico per ricomporre le controversie dottrinali tra i cristiani, promuova una comune missione di evangelizzazione e di servizio” con lo scopo di “trasmettere l’amore misericordioso del nostro Padre, che gratuitamente riceviamo e generosamente siamo chiamati a ridonare”.