"L’attaccamento alle ricchezze è l’inizio di ogni genere di corruzione, dappertutto: corruzione personale, corruzione negli affari, anche la piccola corruzione commerciale, corruzione politica, corruzione nell’educazione. Perché quelli che vivono attaccati al proprio potere, alle proprie ricchezze, si credono nel paradiso. Sono chiusi, non hanno orizzonte, non hanno speranza. Alla fine dovranno lasciare tutto".

E' il nuovo monito contro la corruzione lanciato stamane dal Papa, nel corso dell'omelia pronunciato nella messa quotidiana a Santa Marta.

La ricchezza seduce, ha il potere di far credere che stiamo vivendo in un paradiso terrestre, ma in realtà - ammonisce Papa Bergoglio - "vivere senza orizzonte è una vita sterile, vivere senza speranza è una vita triste. L’attaccamento alle ricchezze ci dà tristezza e ci fa sterili. Dico attaccamento, non dico amministrare bene le ricchezze, perché le ricchezze sono per il bene comune, per tutti. E se il Signore a una persona gliene dà è perché li faccia per il bene di tutti, non per se stesso, non perché le chiuda nel suo cuore, che poi con questo diventa corrotto e triste".

Per questo - ha concluso il Pontefice - bisogna essere "poveri in spirito, cioè spogliarsi di questo attaccamento e fare che le ricchezze che il Signore gli ha dato a lui siano per il bene comune".