"È' stata una conversazione di fratelli. Punti chiari che preoccupano entrambi. E abbiamo parlato con totale franchezza. Io mi sono sentito davanti a un fratello e anche lui mi ha detto lo stesso. Due vescovi che parlano sulle situazioni delle loro chiese". Lo ha confidato Papa Francesco ai giornalisti ammessi sul volo papale nel viaggio tra Cuba e il Messico, al termine dello storico incontro con il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill.

Il Papa ha ribadito che insieme a Kirill c'è preoccupazione per "guerre che adesso rischiano di non essere tanto a pezzi". Poi si è parlato "della situazione della ortodossia e del prossimo sinodo panortodosso. Vi dico davvero io ho sentito una gioia interiore che era proprio del Signore. Lui parlava liberamente. E anche io parlavo liberamente. Ma si sentiva la gioia. I traduttori erano bravi, tutti e due. È stato un colloquio a sei occhi, no. Patriarca Kirill, io, sua eminenza il metropolita Hilarion, sua eminenza il cardinale Koch e i due traduttori. Ma, con tutta libertà, parlavamo noi due e gli altri ci facevano qualche domanda".

Infine Francesco ha ribadito che "l'unità si fa camminando: che almeno il Signore quando verrà ci trovi in cammino. Poi, abbiamo firmato questa dichiarazione che voi avete in mano, ci saranno tante interpretazioni, eh. Tante. Ma, se c'è qualche dubbio, Padre Lombardi vi può dire il vero significato della cosa. Non è una dichiarazione politica, non è una dichiarazione sociologica, e' una dichiarazione pastorale. Incluso quando si parla di secolarismo e di cose chiare, tipo manipolazione genetica, eccetera. È pastorale. Due vescovi che si sono trovati con preoccupazioni pastorali".

Da Francesco anche un grazie a Raul Castro per l'accoglienza e la disponibilità.