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Papa Francesco: diamo ai giovani la capacità di profetizzare

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“Il mio grande timore è che i nostri giovani perdano le radici” Papa Francesco lo scrive nel videomessaggio inviato al claretiano Carlos Martínez Oliveras, direttore dell’Istituto teologico di vita religiosa di Madrid, e agli oltre settecento partecipanti alla quarantasettesima settimana nazionale per gli istituti di vita consacrata, che si apre oggi.

Come riporta l’ Osservatore Romano l’incontro, ha per tema: «Chiamò quelli che amò. Giovani, discernimento e vita consacrata». Una riflessione sulle vocazioni in previsione del prossimo sinodo. Tra i partecipanti, i cardinali Carlos Osoro Sierra e Óscar Rodríguez Maradiaga, l’arcivescovo José Rodríguez Carballo, fratel Alois di Taizé.

A proposito della mancanza di vocazioni il Papa scrive che “non possiamo fermarci a questa lamentela, stare lì con la musica di sottofondo di rimpiangere glorie passate quando il Signore ci dice: “Guarda avanti e guarda che cosa devi fare””.

Nin si deve però far proselitismo, dice il Papa ma cercare “modi per aprire strade affinché il Signore possa parlare, affinché il Signore possa chiamare”. Il Papa fa riferimento alla traduzione tedesca dell’ultimo libro di Zygmunt Bauman (l’originale è uscito in italiano con il titolo Nati liquidi, ma la traduzione tedesca è Die Entwurzelten, “senza radici”). “Siamo in tempo — commenta — per recuperare radici. Siamo anche in tempo per far sognare quegli uomini e donne affinché poi diano ai giovani la capacità di profetizzare”.

«Oggi più che mai — afferma il Pontefice — è necessario che i giovani abbiano un dialogo con gli anziani». In questo senso, “il dialogo tra i nonni e i nipoti è un dialogo intergenerazionale di alto livello. Siamo ancora in tempo: non perdiamolo”. “Quanto al numero di vocazioni — conclude il Papa — che decida il Signore. Noi facciamo ciò che ci ha chiesto: pregare e testimoniare”.

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