Dio soffre per "i cuori chiusi, i cuori di pietra, i cuori che non vogliono aprirsi, che non vogliono sentire; i cuori che soltanto conoscono il linguaggio della condanna: sanno condannare; non hanno bisogno di spiegazioni". Lo ha detto il Papa questa mattina nell'omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta.

L'esempio di un cuore aperto - rileva Francesco - è quello di Santo Stefano che "pieno di Spirito Santo aveva capito tutto: era testimone dell’obbedienza del Verbo fatto carne, e questo lo fa lo Spirito Santo. Era pieno. Un cuore chiuso, un cuore testardo, un cuore pagano non lascia entrare lo Spirito e si sente sufficiente in se stesso".

Gesù stesso - conclude il Papa nell'omelia diffusa dalla Radio Vaticana - è "il testimone dell’obbedienza, il Grande Testimone che ha dato la vita ci fa vedere la tenerezza di Dio in confronto a noi, ai nostri peccati, alle nostre debolezze. Entriamo in questo dialogo e chiediamo la grazia che il Signore ammorbidisca un po’ il cuore di questi rigidi, di quella gente che è chiusa sempre nella Legge e condanna tutto quello che è fuori da quella Legge. Non sanno che il Verbo è venuto in carne, che il Verbo è testimone di obbedienza. Non sanno che la tenerezza di Dio è capace di spostare un cuore di pietra e mettere al suo posto un cuore di carne".