Essere un’anima eletta da Dio cosa significa? Lo ha spiegato questa mattina Papa Francesco commentando le letture del giorno nella omelia di Santa Marta.

Come riporta la Radio Vaticana il Papa ha detto: “ognuno di noi fa delle alleanze con il Signore. Può farle, non vuole farle, è libero. Ma questo è un fatto. E anche, dev’essere una domanda: come sento io l’elezione? O mi sento cristiano per caso? Come vivo io la promessa, una promessa di salvezza nel mio cammino, e come sono fedele all’alleanza? Come Lui è fedele?”.

Certo i peccati ci sono, le cadute sul cammino, ma davano a tutto c’è sempre la misericordia divina: “è come la dinamica del nostro camminare verso la maturità: sempre c’è la misericordia, perché Lui è fedele, Lui non revoca mai i suoi doni. E’ collegato: è collegato questo, che i doni sono irrevocabili, perché? Perché davanti alle nostre debolezze, ai nostri peccati c’è sempre la misericordia e quando Paolo arriva a questa riflessione, fa un passo in più: ma non di spiegazione a noi, ma di adorazione”.

Ecco allora uno dei neologismi di Papa Francesco: misericordiare. E come mi lascio, permettetemi la parola, misericordiare dal Signore, davanti ai miei peccati, alle mie disobbedienze. E alla fine, se io sono capace, come Paolo, di lodare Dio per questo che ha dato a me, a ognuno di noi: lodare e fare quell’atto di adorazione. Ma non dimenticare mai: i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili: Lui è “il fedele”.