“La lotta contro la povertà esige una migliore comprensione di essa come fenomeno umano e non meramente economico. Promuovere lo sviluppo umano integrale richiede dialogo e coinvolgimento con i bisogni e le aspirazioni della gente, richiede di ascoltare i poveri e la loro quotidiana esperienza di privazioni molteplici e sovrapposte, escogitando specifiche risposte a situazioni concrete. Ciò richiede di dar vita, all’interno delle comunità e tra le comunità e il mondo degli affari, a strutture di mediazione capaci di mettere insieme persone e risorse, iniziando processi nei quali i poveri siano i protagonisti principali e i beneficiari”. Lo ha detto il Papa, stamane, nel corso dell’udienza alla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.

Il Papa - dopo aver chiesto nuovamente di favorire solidarietà ed inclusione sociale - è tornato ad esprimere preoccupazione “per il grave problema della disoccupazione dei giovani e degli adulti. Questo è arrivato ad un livello molto grave! E’ un problema che ha assunto proporzioni veramente drammatiche sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo e che chiede di essere affrontato per un senso di giustizia tra le generazioni e di responsabilità per il futuro”.

Le questioni riguardanti economia e sviluppo - ha ammonito il Pontefice - devono “prendere in considerazione non solo gli individui ma anche le famiglie. Questa è stata una preoccupazione espressa dalle recenti Assemblee sinodali sulla famiglia, che hanno rilevato come l’incertezza nelle condizioni lavorative spesso finisce per aumentare la pressione e i problemi della famiglia ed ha un effetto sulla capacità della famiglia di partecipare fruttuosamente alla vita della società”.

Per costruire un mondo più giusto e libero - ha concluso il Papa - occorre dialogo ma anche un “cambiamento di atteggiamento, di opinioni e di stile di vita”.