Gesù evangelizza “con la potenza dello Spirito Santo: la sua parola è originale, perché rivela il senso delle Scritture; è una parola autorevole, perché comanda persino agli spiriti impuri e questi obbediscono. Gesù è diverso dai maestri del suo tempo: non ha aperto una scuola per lo studio della Legge, ma va in giro a predicare e insegna dappertutto. Gesù è diverso anche da Giovanni Battista, il quale proclama il giudizio imminente di Dio, mentre Gesù annuncia il suo perdono di Padre”. Lo ha detto il Papa stamane nel corso dell’Angelus domenicale affacciandosi dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico.

Commentando il Vangelo di Luca, Francesco ricorda che la missione di Gesù è “evangelizzare i poveri”, un compito che è anche della “Chiesa, e di ogni battezzato nella Chiesa. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa. Annunciare il Vangelo, con la parola e, prima ancora, con la vita, è la finalità principale della comunità cristiana e di ogni suo membro”.

“Gesù non esclude nessuno, neanche gli scartati della società”. Evangelizzare i poveri – spiega ancora il Papa – vuol dire “avvicinarli, servirli, liberarli dalla loro oppressione, e tutto questo nel nome e con lo Spirito di Cristo, perché è Lui il Vangelo di Dio, è Lui la Misericordia di Dio, è Lui la liberazione di Dio. E’ Lui che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. L’annuncio messianico del Regno di Dio venuto in mezzo a noi si rivolge in modo preferenziale agli emarginati, ai prigionieri, agli oppressi”.

Costoro ai tempi di Gesù erano persone messe in disparte, ma oggi – si chiede il Pontefice – “l’evangelizzazione dei poveri, portare loro il lieto annuncio, è la priorità? Attenzione: non si tratta di fare assistenza sociale, tanto meno attività politica”. “Si tratta di offrire – conclude Francesco – la forza del Vangelo di Dio, che converte i cuori, risana le ferite, trasforma i rapporti umani e sociali secondo la logica dell’amore. I poveri, infatti, sono al centro del Vangelo”.