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Il Papa: fedeltà e misericordia nella missione della Curia romana

Il Papa celebra la messa per il Giubileo della Curia   |  | CTV
Il Papa celebra la messa per il Giubileo della Curia | | CTV
Il Papa all' omelia  |  | CTV
Il Papa all' omelia | | CTV
Il passaggio della Porta Santa |  | CTV
Il passaggio della Porta Santa | | CTV
La statua di San Pietro |  | CTV
La statua di San Pietro | | CTV

“Lasciamo che il Signore ci liberi da ogni tentazione che allontana dall’essenziale della nostra missione, e riscopriamo la bellezza di professare la fede nel Signore Gesù”. Papa Francesco lo ricorda a tutta la curia romana riunita nel giorno della festa della Cattedra di San Pietro per celebrare il Giubileo della misericordia.

Dopo la lunga processione con la quale dall’ Aula Paolo VI qualche migliaia di persone, laici, religiosi e sacerdoti hanno attraversato la Porta Santa, nella Basilica vaticana il Papa ha celebrato la messa in latino.

Nella omelia il Papa a posto ai presenti la stessa domanda di Gesù: “Voi, chi dite che io sia? Una domanda chiara e diretta, di fronte alla quale non è possibile sfuggire o rimanere neutrali, né rimandare la risposta o delegarla a qualcun altro. Ma in essa non c’è nulla di inquisitorio, anzi, è piena di amore!”

Cita san’ Agostino il Papa che scrive “che la Chiesa, pur agitata e scossa per le vicende della storia, «non crolla, perché è fondata sulla pietra, da cui Pietro deriva il suo nome. Non è la pietra che trae il suo nome da Pietro, ma è Pietro che lo trae dalla pietra; così come non è il nome Cristo che deriva da cristiano, ma il nome cristiano che deriva da Cristo. […] La pietra è Cristo, sul fondamento del quale anche Pietro è stato edificato»”.

E il Papa parla di “dedizione fedele, costante, incondizionata, perché a tutti i più deboli possa giungere la sua misericordia”, ed aggiunge: “che anche nei nostri ambienti di lavoro possiamo sentire, coltivare e praticare un forte senso pastorale, anzitutto verso le persone che incontriamo tutti i giorni. Che nessuno si senta trascurato o maltrattato, ma ognuno possa sperimentare, prima di tutto qui, la cura premurosa del Buon Pastore”.

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Per il Papa tutti coloro che lavorano in Curia sono chiamati “ad essere i collaboratori di Dio in un’impresa così fondamentale e unica come quella di testimoniare con la nostra esistenza la forza della grazia che trasforma e la potenza dello Spirito che rinnova”.

Liberi allora dalle tentazioni che allontanano dalla missione si deve riscoprire la fedeltà al ministero che “si coniuga con la misericordia di cui vogliamo fare esperienza”.

E, conclude, la fedeltà “che ci è richiesta è quella di agire secondo il cuore di Cristo”.