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Il Papa: “Il no ad un’economia che uccide diventi un sì ad una economia che fa vivere”

Papa Francesco, Udienza |  | Lucia Ballester, ACI Group Papa Francesco, Udienza | | Lucia Ballester, ACI Group

“L’impresa non solo può non distruggere la comunione tra le persone, ma può edificarla e promuoverla. Con la vostra vita mostrate che economia e comunione diventano più belle quando sono una accanto all’altra”. Con queste parole Papa Francesco si rivolge ai partecipanti all’Incontro sull’Economia di Comunione, promosso dal Movimento dei Focolari.  Il Papa li ha accolti oggi in Aula Paolo VI. Sono una rete di imprenditori, presente in tutti i continenti, nata nel 1991 da un’idea di Chiara Lubich, rimasta colpita, durante un viaggio in Brasile, dai grandi contrasti economici del Paese.  L’invito di Francesco vuole essere Il “no” ad un’economia che uccide ad un “sì” di una economia che fa vivere, perché “condivide, include i poveri, usa i profitti per creare comunione”.

Quella dell’Economia di Comunione è un’esperienza di economia alternativa, basata sulla fraternità e sulla condivisione dei profitti. E Francesco apprezza tutto questo perché “la comunione spirituale dei cuori è ancora più piena quando diventa comunione di beni, di talenti, di profitti”.

La diversità delle provenienze dice che l’EdC trova spazio in qualunque area geografica e culturale, povera e ricca. Numerosi i partecipanti dell’Asia: Cina, Corea, Filippine, Hong Kong, India, Malesia, Singapore, Thailandia, Vietnam. Ben rappresentata l’Africa: Burkina Faso, Burundi, Camerun, Costa d’Avorio, Etiopia, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo e Uganda. Presenti imprenditori di 11 paesi delle Americhe: Argentina, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Cuba, Guatemala, Messico, Panama, Paraguay, Uruguay, USA. Folta la partecipazione di 20 nazioni dell’Europa. Rappresentata l’Oceania con l’Australia e la Nuova Zelanda. All’udienza partecipa anche Maria Voce, presidente dei Focolari, con il Consiglio generale del Movimento. Sono 1100 i partecipanti di oggi all'appuntamento con Papa Francesco.

Il Papa pensando all’impegno degli “agenti di comunione” divide in tre parole e temi il suo discorso: il denaro, la povertà, il futuro.

Per il denaro, Francesco ribadisce come sia “molto importante che al centro dell’economia di comunione ci sia la comunione dei vostri utili”. Come poter essere dei mercanti che Gesù non scaccia? “Il denaro è importante – spiega il Papa-  soprattutto quando non c’è e da esso dipende il cibo, la scuola, il futuro dei figli. Ma diventa idolo quando diventa il fine. Quando il capitalismo fa della ricerca del profitto l’unico suo scopo, rischia di diventare una struttura idolatrica, una forma di culto”. Ed è qui che Francesco ricalca uno dei mali che affliggono la società di oggi: “La “dea fortuna” è sempre più la nuova divinità di una certa finanza e di tutto quel sistema dell’azzardo che sta distruggendo milioni di famiglie del mondo, e che voi giustamente contrastate”.  “Il modo migliore e più concreto per non fare del denaro un idolo è condividerlo con altri – rammenta il Pontefice - soprattutto con i poveri, o per far studiare e lavorare i giovani, vincendo la tentazione idolatrica con la comunione”.

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Il secondo tema trattato da Francesco è la povertà, tema centrale del movimento: “Il capitalismo continua a produrre gli scarti che poi vorrebbe curare. Il principale problema etico di questo capitalismo è la creazione di scarti per poi cercare di nasconderli o curarli per non farli più vedere. Una grave forma di povertà di una civiltà è non riuscire a vedere più i suoi poveri, che prima vengono scartati e poi nascosti”. Francesco riporta vari esempi: “Gli aerei inquinano l’atmosfera, ma con una piccola parte dei soldi del biglietto pianteranno alberi, per compensare parte del danno creato. Le società dell’azzardo finanziano campagne per curare i giocatori patologici che esse creano. E il giorno in cui le imprese di armi finanzieranno ospedali per curare i bambini mutilati dalle loro bombe, il sistema avrà raggiunto il suo culmine”. Dunque come realizzare una vera economia di comunione? Il Papa suggerisce: “Se il movimento vuole essere fedele al suo carisma, non deve soltanto curare le vittime, ma costruire un sistema dove le vittime siano sempre di meno, dove possibilmente esse non ci siano più”.

La terza riflessione di Francesco riguarda il futuro: “Questi 25 anni della vostra storia – commenta il Papa al movimento -  dicono che la comunione e l’impresa possono stare e crescere insieme. Un’esperienza che per ora è limitata ad un piccolo numero di imprese, piccolissimo se confrontato al grande capitale del mondo”. Ma per Francesco non contano i grandi numeri: il piccolo gregge, la lampada, una moneta, un agnello, una perla, il sale, il lievito: sono queste le immagini del Regno che incontriamo nei Vangeli. “Non occorre – dice il Papa - essere in molti per cambiare la nostra vita: basta che il sale e il lievito non si snaturino. Il grande lavoro da svolgere è cercare di non perdere il “principio attivo” che li anima. Tutte le volte che le persone, i popoli e persino la Chiesa hanno pensato di salvare il mondo crescendo nei numeri, hanno prodotto strutture di potere, dimenticando i poveri. Salviamo la nostra economia, restando semplicemente sale e lievito”.

Conclude infine il Pontefice: “Il “no” ad un’economia che uccide diventi un “sì” ad una economia che fa vivere, perché condivide, include i poveri, usa i profitti per creare comunione”.