Dopo aver incontrato i giovani a Kololo, Papa Francesco ha raggiunto la Casa della Carità, fondata dal Cardinale Nsubuga, a Nalukolongo.

“In questa casa è presente Gesù, qui c’è Gesù”, ha esordito il Papa salutando i presenti. Qui – ha aggiunto – si beneficia “delle opere della carità cristiana. Perché questa è proprio una casa! Qui potete trovare affetto e premura; qui potete sentire la presenza di Gesù nostro fratello, che ama ciascuno di noi con quell’amore che è proprio di Dio”.

“Oggi – ha proseguito Francesco – da questa Casa, vorrei rivolgere un appello a tutte le parrocchie e le comunità presenti in Uganda – e nel resto dell’Africa – a non dimenticare i poveri. Il Vangelo ci impone di uscire verso le periferie della società e di trovare Cristo nel sofferente e in chi è nel bisogno. Il Signore ci dice, con parole inequivocabili, che ci giudicherà su questo! È triste quando le nostre società permettono che gli anziani siano scartati o dimenticati! È riprovevole quando i giovani vengono sfruttati dall’attuale schiavitù del traffico di esseri umani! Se guardiamo attentamente al mondo che ci circonda, pare che in molti luoghi si stiano diffondendo l’egoismo e l’indifferenza. Quanti nostri fratelli e sorelle sono vittime dell’odierna cultura dell’usa e getta, che ingenera disprezzo soprattutto nei confronti dei bambini non nati, dei giovani e degli anziani!”.

Come cristiani – ha ammonito il Papa – abbiamo il dovere di non “stare a guardare. Qualcosa deve cambiare! Le nostre famiglie devono diventare segni ancora più evidenti dell’amore paziente e misericordioso di Dio, non solo per i nostri figli e i nostri anziani, ma per tutti coloro che si trovano nel bisogno. Le nostre parrocchie non devono chiudere le porte e le orecchie al grido dei poveri. Si tratta della via maestra del discepolato cristiano. È in questo modo che diamo testimonianza al Signore”.